Cronaca

Pescatore morto durante lavori a bordo: No archiviazione, si continuerà ad indagare

LEUCA- In quel tragico 8 aprile 2014 un uomo di 43 anni, Fabio Galati, sommozzatore, morì mentre lavorava ad un’imbarcazione ormeggiata nel porto di Leuca. Annegò, forse a seguito di una scarica elettrica. Certo è che stava tentando di liberare una cima. Contestualmente pare che qualcuno a bordo del peschereccio stesse effettuando dei lavori di saldatura, che avrebbero generato lo shock elettrico. Il condizionale è d’obbligo, ma saranno le indagini a chiarire le cause del decesso e ad individuare eventuali responsabilità nella morte del giovane pescatore, padre di due figli. Sì, perché le indagini non si fermeranno. Il gip simona panzera ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal pm stefania mininni ed ha disposto le integrazioni di indagini richieste dalla famiglia del pescatore, rappresentata dagli avvocati Eleonora Galante e Chiara Spagnolo. La procura di lecce aprì un’inchiesta, nella quale risultavano indagati l’armatore, il comandante dell’imbarcazione e tre marinai. Ora l’indagine è stata archiviata solo per i tre marinai.

Il gip ha disposto la perizia tecnica ingegneristica, richiesta dai legali Galante e Spagnolo, per valutare se i lavori di saldatura a bordo, effettuati contestualmente alla sua immersione, possano aver generato un shock o un campo elettrico che abbia potuto interessare i muscoli cardiaci o respiratori di Galati e causargli un malore in acqua, cui è poi conseguita la morte.

All’esito di tale perizia tecnica, il gip ha disposto anche un’integrazione della perizia medico-legale. Il medico legale Alberto tortorella decretò con l’autopsia che la morte era dovuta ad asfissia per annegamento, ma non se ne conosce la causa. Non era infatti possibile stabilire se ci fosse stato o meno uno shock elettrico, giacché la folgorazione in acqua non lascia macchia sul corpo della vittima.

Al momento, quella morte non ha responsabili. “Ci duole segnalare come nel caso di questo tragico decesso di un giovane padre di famiglia, le indagini siano sempre state effettuate in maniera gravemente superficiale -è il commento delle due legali- ed in particolare, come tutti gli atti di indagine siano stati effettuati dietro nostra apposita richiesta scritta, a partire dalla richiesta di autopsia, a seguire con la richiesta di intervento degli esperti dello Spesal in materia di sicurezza sul lavoro”. E ancora: sottolineano che nella richiesta di archiviazione “formulata sulla persona dell’armatore che a suo dire si trovava a Bari e dunque assente al momento del fatto che, al di là della pacifica circostanza per cui, anche qualora fosse stato assente, l’armatore ne risponderebbe in ogni caso penalmente, è di tutta evidenza -sempre secondo le legali dei familiari della vittima- come l’armatore fosse in realtà presente la sera della tragedia a bordo della propria nave motopesca, come risulta confermato dalle dichiarazioni rese dal comandante nell’immediatezza dei fatti, da tutti i testimoni presenti, compreso il Comandante delle Capitaneria di Porto di Leuca ed i militi intervenuti”.

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