Politica

Polemiche nel Pd: “Per Emiliano incompatibili col Pd a seconda del tipo di lavoro”

BARI- Forse è colpa del clima elettorale, ma anche nel centrosinistra i nervi saltano facilmente. Questa volta lo scontro è tra Emiliano e Luigi Quaranta, che ricopre il ruolo di senior Media Advisor di Tap. Tutto nasce da un botta e risposta su twitter tra il segretario regionale e un attivista no Tap, che ritiene più facile per i militanti Sel e Pd la carriera in alcune multinazionali. “Non dica così- twitta Emiliano – nessuno del Pd lavora con Tap e se fosse lo allontaneremmo”. In realtà, tra i primi iscritti del Pd c’è proprio l’addetto stampa di Tap, che è passato subito al contrattacco. Quaranta ha minacciato di interessare i vertici del partito per le posizioni di apertura ai grillini e ai no tap del segretario regionale e per l’attacco immotivato a un iscritto. “Non capisco in che modo egli voglia far coincidere la linea politica del PD nazionale con quella della azienda che lo stipendia- attacca Emiliano- ma le sue parole si commentano da sole. Continuo a ritenere che se un militante di partito, di qualunque partito, assume un ruolo così delicato a tutela di interessi privati, farebbe bene a valutare l’opportunità di tutelare anche il proprio Partito dimettendosi dallo stesso per la durata dell’incarico aziendale, così evitando che qualcuno possa pensare che la sua perdurante militanza influenzi la terzietà che il Partito deve mantenere in ogni sua decisione”.

Secondo Quaranta, invece, non c’è alcuna incompatibilità, perché i suo lavoro è per un’azienda privata e perché lo stesso Renzi è favorevole al gasdotto Tap: quindi, in realtà, le posizioni di contrarietà a Tap e di apertura agli attivisti del Movimento 5 stelle, che ha Emiliano, sarebbero in contrasto con quelle del premier. “Secondo Emiliano ci sarebbe dunque incompatibilità tra la adesione (non l’esercizio di funzioni dirigenti) a un partito e il lavoro in un’azienda privata (al momento, però, solo in TAP: non risultano né tweet né più formali prese di posizione nei confronti dei tanti iscritti al Pd che lavorano in aziende private, anche in rapporto di affari con gli enti pubblici e perfino quando questi rapporti non sono propriamente specchiati)” – tuona il portavoce di Tap.

La storia non finisce qui: Luigi Quaranta spiega di aver chiesto agli organi di garanzia del partito (al presidente nazionale Matteo Orfini, e alle Commissioni nazionale e regionale di garanzia e, per conoscenza al segretario nazionale Renzi di tutelare la sua onorabilità e i suoi diritti di iscritto (fin dalla fondazione, con puntuale rinnovo annuale della tessera) così come definiti dalla Costituzione e dallo Statuto e dal Codice Etico del Pd.

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