LECCE- Le misure fitosanitarie obbligatorie per il contenimento delle infezioni di Xylella fastidiosa da attuare nella zona infetta sono in contrasto con le norme a tutela delle aree protette. A farlo notare alle istituzioni regionali e al commissario Silletti sono i responsabili dei parchi naturali. Il provvedimento regionale che impone potatura, aratura, uso di insetticidi e altro, non deroga alle leggi in materia ambientale e paesaggistica, che impongono di evitare pratiche così impattanti nelle aree protette. Gli interventi previsti dal provvedimento regionale sono di due tipi: “Misure agronomiche da attuare negli uliveti” (arature, potature regolari, falciature) e “piano di controllo degli insetti vettori e potenziali vettori”, che consiste nell’uso di insetticidi sistemici da applicarsi non solo sugli alberi di olivo ma su tutto l’ecosistema agrario con siepi, muretti a secco con vegetazione, erbe, nuclei di macchia, incolti con erbe e altro.
“Inoltre sono previsti in maniera indiscriminata, e senza indicare che si tratti di interventi da realizzare solo negli oliveti, interventi di eliminazione di cosiddette “erbe spontanee” attraverso lavorazioni del terreno (fresatura), trinciatura delle erbe, pirodisserbo – spiega il Comitato Esecutivo del parco Naturale Regionale Costa Otranto Leuca e Bosco di Tricase, che ha scritto un documento per conto anche delle altre aree protette salentine – . L’uso assolutamente generico della dizione erbe spontanee non trova nessun fondamento scientifico e nell’accezione generale sembra intendere tutta la vegetazione che non deriva da attività di coltivazione”.
Insomma, si tratta di interventi in contrasto con le norme di salvaguardia delle specie animali, vegetali e degli habitat naturali. Le leggi vigenti, infatti, vietano di alterare e modificare le condizioni di vita degli animali; raccogliere o danneggiare le specie vegetali spontanee, a eccezione degli interventi a fini scientifici e di studio preventivamente autorizzati dall’Ente di gestione. La distruzione degli insetti, produce alterazione della catena alimentare e quindi un danno per molti animali. “L’uso degli insetticidi produrrebbe danni ambientali per le aree protette”, spiegano i responsabili. L’allarme lanciato è molto importante: prima che i cittadini attuino le pratiche consigliate nel provvedimento regionale anche su aree protette, rischiando condanne penali, è bene che si spieghi che il provvedimento non è applicabile quando è in contrasto con norme di salvaguardia ambientale e paesaggistica.