LECCE- Sono le 11,30 del mattino, ha appena smesso di nevicare. Anzi, qualche fiocco viene ancora giù. Ci sono 3 gradi ed il vento gelido di tramontana è fortissimo. A Lecce, in via Giovanni Paolo II, è parcheggiato un Fiorino bianco, targato Verona. Non è un furgoncino normale. Da un anno e mezzo è una casa, la casa del sig. Ugo Mennuni.
Prima il sig. Ugo aveva una casa vera, in cui viveva con i quattro figli, due femmine e due maschi. Era un appartamento in via Pozzuolo; lui, all’epoca, lavorava come operaio per la ditta costruttrice e faceva anche il guardiano dell’immobile. Il costruttore gli diede quindi un alloggio all’interno di quel palazzo. “Poi -racconta- la ditta ha dovuto cedere l’immobile al Comune ed io sono stato sbattuto fuori. Senza casa, i servizi sociali mi hanno tolto i figli. Ora sono sparsi per il salento. Due sono minori e stanno in istituto, i due più grandi si arrangiano a casa di amici e parenti. Tempo fa sono andato in Comune, ma mi hanno detto che il mio nome non compariva più su alcun documento perché non avevo più un luogo di residenza. <<Allora sono morto!>>”, ha detto.
Chiede aiuto a chiunque possa darglielo. Il Fiorino non parte neanche più e lui non può andare a trovare la figlia più piccola. Qualche volta ha dormito nella casa della carità, dove ha attualmente la residenza, ma non può rimanerci per più di 10 giorni. E quindi torna sempre qui, in questo furgoncino pieno di quel che rimane della sua vecchia vita, quella in cui era un uomo degno di definirsi tale, e non un essere umano abbandonato a se stesso, che dorme al gelo, con l’unico conforto di un caffè ogni mattina.
