
CANNOLE- La Provincia di Lecce avvia l’iter per la risoluzione del contratto con la Intini Source per Torcito. Dopo due anni di sequestro, arriva la svolta. E ad annunciarlo è lo stesso presidente Antonio Gabellone.
Non si procede solo in questa direzione, stralciando il contratto sottoscritto il 9 agosto 2012, quello che ha aggiudicato per 18 anni alla società di Noci la gestione del mega parco di Cannole, esteso 230 ettari, e degli immobili storici presenti, per un importo totale di oltre 3 milioni di euro.
La Provincia ha attivato anche le procedure per riscuotere una parte della polizza assicurativa firmata con Carige spa: 600 mila euro, pari all’importo che serve per dare esecuzione al progetto di ripristino dei luoghi, già presentato e approvato un anno fa, ma mai avviato da Intini Source. Una ipotesi prevista nella convenzione, ma fino a qualche giorno fa non ancora attuata, benché attivabile proprio in situazioni come quelle venutesi a creare con lo sbancamento di una collinetta e la realizzazione delle prime piste ciclopedonali in presunta difformità rispetto a quanto previsto nel progetto e autorizzato dagli enti.
Si muovono i primi passi, dunque, verso la svolta definitiva, anche perché nel frattempo il bene continua a marcire e si è allontanata sempre di più la prospettiva di renderlo quel parco “aperto” e vivo per cui la Intini si era aggiudicato il bando.
A tenere in stallo il tutto è la situazione economico-finanziaria della Intini, società in liquidazione e che tale era, in realtà, già da venti giorni prima della sottoscrizione del contratto con Palazzo dei Celestini. È il capitolo su cui si concentrano le indagini della Finanza, che affianca la Forestale, nell’inchiesta coordinata dal pm Ennio Cillo per lottizzazione abusiva e danneggiamento, deturpamento di bellezze naturali, ma anche per tentata truffa e falsità materiale e ideologica. Sul registro degli indagati, oltre a amministratori e progettisti, anche l’ex responsabile del procedimento della Provincia, nel frattempo sostituito.
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