LECCE- Si chiamava Raffaele Parente, classe 1921, ed era di Nardò. A ricordarlo, nella giornata dedicata al ricordo dell’aberrazione nazista, il figlio Antonio e i suoi 7 fratelli, che dalle mani del Prefetto di Lecce hanno ricevuto la medaglia d’onore per l’uomo che è stato uno dei tanti Imi, gli internati militari italiani, fatto prigioniero in Grecia, portato in Germania su un treno, un viaggio durato 22 giorni, con destinazione un campo di concentramento, dove ad attenderlo c’ era l’inferno.
Una data che serve per riflettere e far riflettere, perché la storia insegna, le aberrazioni, come lo sterminio degli ebrei, continuano in ogni parte del mondo, ancora oggi. Il 27 gennaio, Giorno della Memoria istituito dalle legge 211 del 2000 , ricorda il momento in cui furono abbattuti i cancelli di Auschwitz.
Ricordare quel giorno è un dovere e un obbligo, un impegno delle istituzioni nei confronti dei giovani, riuniti insieme nel Must di Lecce che ospita la mostra fotografica “Scene di vita dal ghetto di Varsavia”. A celebrare la giornata le istituzioni del territorio riunite insieme,ad ascoltare, dalle parole del prefetto numeri che ancora oggi fanno paura: dai 13 ai 18 milioni e mezzo di vittime: 6 milioni di ebrei a cui si aggiungono gli slavi, i dissidenti politici, i rom, i portatori di handicap, i testimoni di Geova.