Politica

Lo “Scarica Ico”: il consiglio rimanda alla Giunta ma sarà troppo tardi

LECCE- Quello che è successo nelle ultime ore, a bari, per la provincia ed i dipendenti della fondazione Ico Tito Schipa, ha tutto il sapore della presa in giro e dello scarica-barile sulla loro pelle. Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che prevede che la giunta regionale si impegni a “sostenere le attività delle istituzioni concertistiche pugliesi ed a stanziare, per il 2015 e 2017, un contributo di un milione 160mila euro. Dunque in bilancio, attualmente, non c’è alcuna copertura per salvare l’orchestra leccese.

“Si rischia di non finanziare le Ico pugliesi nel 2015”, dice il vice presidente vicario del gruppo Pdl/Fi Erio Congedo.  “Le Ico pugliesi rischiano di non ricevere nessun finanziamento per il 2015, peraltro dopo che il Consiglio regionale ha bocciato due emendamenti bipartisan che prevedevano due distinti tipi di intervento per la Ico Tito Schipa di Lecce. Pensavamo fosse decisivo il fatto che la Legge Del Rio ha trasferito interamente le competenze sulla cultura dalle Province alle Regioni. L’aula ha bocciato per la Ico Tito Schipa sia l’emendamento con una previsione di 1 milione e 160 mila euro (pari al finanziamento annuale della Provincia di Lecce), sia quello con una previsione straordinaria di 300 mila euro”. Rincara la dose la consigliera della Provincia di Lecce Simona Manca, ex vice presidente e assessore provinciale alla Cultura.

“L’atteggiamento assoluto di chiusura e di bende sugli occhi da parte della Regione Puglia nei confronti di una situazione tragica e straordinaria come quella della Ico Tito Schipa di Lecce è delittuosa. La Provincia di Lecce ha puntualmente finanziato ogni anno la Stagione sinfonica e organizzato la Stagione lirica.

“I rappresentanti del governo regionale, invece, si ergono a paladini della cultura, ma soltanto a corrente geografica alternata”. “Un esempio per tutti. Sono stati impiegati milioni di euro per salvare il Petruzzelli di Bari, eppure la Fondazione doveva i suoi guai ad una cattiva gestione; la Ico, per contro, che ha sempre avuto un’ottima gestione e che non ce la fa a sopravvivere, non per negligenza di qualcuno, ma per gli esiti della riforma, viene abbandonata dalla Regione a un destino di silenzio e di oblìo”, conclude Simona Manca.

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