NARDO’- Un monitoraggio che per la prima volta si estende agli studenti, uno screening come non si era mai visto prima, quello sul liquido seminale. A portare avanti il progetto pilota è il Centro di Procreazione medicalmente assistita di Nardò, diretto da responsabile Antonio Luperto. Si parte a gennaio, con gli studenti delle 4^ e 5^ classi delle scuole superiori.
«Il progetto non parte subito in tutte le scuole perché non siamo in grado di screenarle tutte», spiega il dottore Luperto al portale Salutesalento.it. «Per il momento abbiamo avviato una collaborazione con la dirigente dell’Istituto “A. Vespucci” di Gallipoli, Paola Apollonio. Ma anche il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, si è detto disponibile a mettere a disposizione le scuole della città capoluogo».
Verrà letto il campione e, se c’è qualcosa che non va, sarà trasmesso all’Istituto di Genetica di Lecce, in collaborazione con il Dream, dove vengono fatte le indagini sul Dna. Dall’esame del liquido si capisce se un ragazzo è nato già con qualcosa di genetico alla nascita, se è il territorio e l’ambiente che influiscono negativamente, se ha un varicocele, una prostatite. Nel progetto sono coinvolti anche i genitori dello studente quasi maggiorenne, ai quali viene illustrato il programma a carattere preventivo e precauzionale.
«Questo per noi diventa un elemento fondamentale – spiega l’andrologo – perché possiamo inquadrare il problema per tempo e porre rimedio dove si può. Se rileviamo un varicocele (che i ragazzi non sanno di avere) proponiamo di congelare il liquido seminale, perché fra 20 anni il ragazzo non avrà più spermatozoi. E quindi evita il rischio di ricorrere alla fecondazione eterologa, la riproduzione fatta da un altro individuo».