Cronaca

Università islamica, i docenti di Unisalento tra apertura e prudenza: “Non si capisce cos’e’”

LECCE- Un sì, con riserve sostanziali, da parte dei docenti dell’Università del Salento; grossi dubbi fino a posizioni di netta contrarietà tra professionisti e rappresentanti di partiti e movimenti politici. Questo, di massima, è il bilancio delle tesi manifestate dagli ospiti della quinta puntata di “Controvento” in relazione alla possibilità che Lecce ospiti un’università musulmana – progetto come si sa proposto da CONFIME, rappresentata dal maglianese convertito all’Islam Giampiero Khaled Paladini, reduce dagli incontri con il Rettore Zara e il Vescovo di Lecce, D’Ambrosio. 

Al netto dell’impatto sul tessuto culturale del territorio, livello su cui il confronto è stato serrato e di ampio respiro, il messaggio lanciato all’unisono dagli ospiti è sintetizzabile nella domanda: “Ma cos’è davvero quest’Università islamica?”, a evidenziare che siano troppo pochi gli elementi di chiarezza in termini di finanziamenti, didattica, interlocuzione con istituzioni locali e nazionali.

Ad animare il confronto in studio, Daniele De Luca, docente di Storia delle Relazioni internazionali, Furio Biagini, titolare della cattedra di Storia dell’ebraismo, Luigi Perrone, docente di Sociologia delle migrazioni, Gabriele Molendini, presidente di “Lecce Bene Comune”, l’avvocato Riccardo Rodelli e gli esponenti di Fratelli d’Italia, Giovanni De Luca e Giuseppe Maggiore.

Fatte salve le riserve tecnico-amministrative, il presidente di “Lecce Bene Comune”, Gabriele Molendini, apre e invita a non vedere pericoli nel confronto tra culture.

Non crede affatto che un’università islamica seria possa di per sé costituire un pericolo, il prof. Furio BIagini, docente di Storia dell’ebraismo. Anzi, pone l’accento sul fatto che rischia di sorgere l’ennesimo “non-luogo” con la realizzazione di un nuovo centro commerciale nei locali dell’ex Deposito Tabacchi di Via Birago, l’area di proprietà della RED srl di Milano – non più disponibile alla vendita – su cui Paladini aveva posato gli occhi.

 

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