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Combine Bari-Lecce, sentenza storica per i tifosi

LECCE- Una certezza sul quel derby tanto discusso, adesso c’è a distanza di tre anni e mezzo circa, almeno per il giudice monocratico del Tribunale di Bari, Valeria Spagnoletti, che ha deciso di condannare a un anno e mezzo ciascuno Pierandrea Semeraro e Carlo Quarta che dovranno pagare anche 10mila euro a testa di multa più le spese processuali ed infine i due hanno ricevuto un Daspo giudiziario di sei mesi. Nove mesi invece la pena inflitta a Marcello Di Lorenzo, amico di Masiello. “Dunque la combine nel derby Bari- Lecce del 15 maggio del 2011 terminata con il risultato di 2-0 per i giallorossi, ci fu”. Questo dice il tribunale. I magistrati baresi hanno emesso il verdetto dopo aver appurato che il derby fu comprato dal club salentino, anche se forse è stato detto la partita il Bari l’avrebbe persa comunque, per 200mila euro divisi in varie tranche: una da 70 mila euro, quattro da 20 mila e un’altra da 50 mila.

Tra gli indagati figuravano anche anche il calciatore Masiello, Gianni Carella e Fabio Giacobbe due suoi presunti complici, accusati anche di associazione per delinquere perché coinvolti in più di una combine.

I tre hanno patteggiato nell’ottobre 2012: Masiello una pena di un anno e 10 mesi, gli altri due un anno e 5 mesi per le presunte partite truccate Bari-Lecce, Palermo-Bari, Bari-Sampdoria e Bologna-Bari.

Il verdetto emesso dal giudice Valeria Spagnoletti del Tribunale di Bari ha anche il sapore di sentenza storica per i tifosi che saranno risarciti di 400 euro a testa. In particolare saranno 260 tifosi che riceveranno il risarcimento, 170 quelli del Lecce e 90 quelli del Bari. Tifosi che non hanno mancato di dare libero sfogo sui social network alla decisione. In molti casi regna la delusione per una vittoria che risultata comprata ma che secondo molti sarebbe stata conquistata ugualmente sul campo.

C’è poi chi invece non perdona all’ex presidente del Lecce il fatto di aver consegnato la squadra al campionato di Lega Pro, ma in ogni caso unico sentimento che sembra prevalere è quello della vergogna per aver infangato con la combine una maglia e una tradizione calcistica vissuta come fosse una fede. Un risarcimento che per molti tifosi suona dunque come la conferma di quanto sempre pensato. Gli imputati inoltre dovranno risarcire anche la Figc per una somma di 5mila euro e la ConfConsumatori per mille euro.

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