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Primarie centrosinistra: tra otto giorni scoppierà la pace e poi…la guerra

BARI- Domenica 30 novembre il centrosinistra avrà ufficialmente il candidato alla successione della Presidenza Vendola ma tra otto giorni non sarà solo una scelta elettorale ma rappresenterà un reale regolamento di conti nel Partito Democratico e fuori da questo.
Sì, perché a ben guardare i tre candidati ognuno ha una specificità diversa rispetto alla semplice candidatura. Minervini rappresenta nel Pd l’anima cattolica e di confronto di una sinistra intellettuale, forse anacronistica, che vuol ragionare partendo dai temi; Emiliano potrebbe identificare un post rampantismo, maturo per un governo “tuttofare” oltre gli steccati e Dario Stefàno il moderato ma intimamente graffiante che cerca con il dialogo di ottenere soltanto ciò che ritiene giusto.

Da queste brevi note sulla caratterizzazione politica dei tre, condivisibile o meno, si comprende la natura e le differenze che genereranno il clima post primarie.

Le critiche al “sovrano” Emiliano, dall’interno del Pd, ben ci denotano che, dopo il 30 novembre, ci sarà in Puglia una geografia nettamente differente con maggioranze e minoranza ed di un’opposizione, oggi dialettica per il voto, ma successivamente concreta negli organismi e nella coalizione. Non ultimo quanto avverrà, in caso di vittoria anche delle secondarie da parte di Emiliano, per la cessione del partito e per la futura elezione del nuovo segretario regionale.

Caso a parte il futuro di Dario Stefàno, senatore per i prossimi tre anni e mezzo, se non si dovesse andare a votare in modo anticipato, e contemporaneamente temporeggiatore, in caso di sconfitta alle primarie, per comprendere se ci siano le condizioni di essere il successore di Vendola ereditandone le rime baciate o sposare le aperture renziane e, da Roma, entrare nel Pd.

Per ora vale tutto come se in Puglia fossero giunti poche ore fa: Minervini attacca come se non aderisse al Partito di Emiliano, questo come se non fosse il segretario del partito di maggioranza e Stefano come se avesse fatto l’assessore all’agricoltura di un governo senza errori intendendo, per errori, gli uomini sbagliati della Giunta pugliese oggi, secondo Vendola, tutti non più con lui…

Ecco perché le primarie rappresentano non solo la scelta del candidato alla presidenza della Regione ma anche, e principalmente, un contarsi per poi salvarsi…

Cordialmente Giuseppe D. Vernaleone

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