MARTINA FRANCA- A loro insaputa, stavano raccogliendo dei funghi velenosi. Per fortuna la Forestale è riuscita a bloccarli in tempo. E’ accaduto durante un servizio di controllo in Valle d’Itria.
Tra i funghi raccolti, erano presenti degli esemplari noti con i nomi di Clitocybe nivea, Inocybe rimosa, Lactarius chrysorrheus e Tricholoma saponaceum. I primi due, come riferito dal micologo Dr. Marcello Palmisano, provocano la “sindrome muscarinica”, che può rivelarsi letale se non si interviene in tempo; gli altri due, pur se non letali, sono da considerarsi tossici per le conseguenze gastrointestinali cui va incontro.
La sindrome “muscarinica” determina in chi ingerisce il fungo un incremento, oltre che della sudorazione, della salivazione e della lacrimazione nei 15-30 minuti successivi all’ingestione. Con massicce dosi questi sintomi possono essere seguiti da dolori addominali, forte nausea, diarrea, appannamento della vista e respiro affannoso. L’intossicazione generalmente decorre benignamente entro le 2 ore. Le morti sono rare ma in casi gravi possono avvenire a causa di disturbi cardiaci o respiratori.
Una cosa da tener bene presente, ricordano gli esperti, è che è sufficiente anche un solo fungo velenoso in una pentola per avvelenare tutto il contenuto della pentola, con conseguenti rischi per chiunque mangi quella minestra o quella zuppa di funghi pur senza cibarsi direttamente del fungo velenoso. Quindi, meglio fare attenzione e conoscere bene i funghi che si stanno per mettere nel paniere.
