Fusione comuni, il Salento si mobilita

calema b

LECCE- Nel 2014 sono stati istituiti in italia 24 nuovi Comuni che si aggiungono ai due nati nel 2013: nascono dalla fusione di realtà comunali vicine ed hanno portato alla soppressione di 60ina di Comuni. Le Regioni interessate sono tutte nel centro Nord, il Sud, da questo punto di vista è rimasto indietro, ma il Salento da diversi mesi sta cercando di dare una spinta in questo senso: al vaglio di molte realtà locali salentine c’è l’intenzione di fondersi insieme. 

I 5 campanili ad esempio: Taviano, Felline, Alliste, Racale e Melissano, il cosiddetto tram, i comuni del Capo di Leuca, il comune unico Terenzano, che vuole unire Campi Salentina, Squinzano e Trepuzzi ( dove Terenzano indica l’antico nome con cui veniva indicata l’area del nord Salento), mentre si affaccia a questa possibilità anche la grecìa salentina.

Un nuovo assetto territoriale quindi per il quale da tempo di batte, sul piano delle regioni, anche il Movimento Regione Salento che promuove la creazione di una nuova Regione, riforma istituzionale elaborata insieme alla stessa Società Geografica Italiana.

Secondo gli esperti la fusione dei comuni sarebbe vantaggiosa. Si unirebbero i servizi con un grande risparmio nei costi, e si riceverebbero importanti incentivi regionali e statali. Prospettive che vengono portate avanti dalle diverse associazioni che si sono costituite sul territorio e che per promuovere le proprie idee organizzano incontri e confronti come quello che si terra lunedì a Campi Salentina e al quale parteciperanno i sindaci coinvolti ed esperti in materia, come Luigino Sergio, esperto in materia di organizzazione degli enti locali, il professore di diritto amministrativo Pierluigi Portaluri, o ancora il ricercatore universitario della facoltà di Economia Michele Giuranno che insieme alla sua equipe sta portando avanti uno studio sulle eventuali fusioni.

Quanto si risparmierebbe fondendo i comuni insieme? Uno dei risultati raggiunti sino ad ora è la legge regionale 34 del 2014 che disciplina l’esercizio associato delle funzioni comunali che porta, attraverso uno studio di fattibilità, di avere contezza delle somme che la Regione Puglia mette a disposizione per il comune unico che avrà un nome ex novo, con un sindaco eletto, e per la cui realizzazione si deve passare, naturalmente, attraverso il referendum popolare.

Qualcosa si muove, quindi, anche da noi, e chissà ben presto la geografia salentina  potrebbe avere un nuovo volto, deciso dai cittadini, prima che, come affermato dal presidente dell’Anci Pietro Fassino, la fusione dei comuni venga imposta dall’alto.

 

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