BARI- E’ il nome jolly, di caratura nazionale, con proiezione europea, a cui più di qualcuno tra i moderati guarda per cavare il centrodestra pugliese fuori dall’impasse, schiacciato come è dal dinamismo di una coalizione progressista che con le primarie, previste il 30 novembre, tra Emiliano, Stefàno e Minervini da mesi catalizza l’attenzione. Parliamo dell’ex ministro della Difesa Mario Mauro, già capodelegazione del PDL al parlamento europeo, leader dei Popolari prossimi alla confluenza nella Costituente centrista con Nuovo centrodestra, Udc e Scelta Civica.
Ai microfoni di TeleRama News l’ex componente del governo Letta tende ad escludere la possibilità che possa essere della partita per guidare l’assalto alla presidenza della regione del post Vendola. Oggi ritiene sia un’ipotesi “fantapolitica”, oggi, ma incalzato dalle nostre domande non esclude categoricamente la possibilità. Piuttosto si chiede, e aggiunge pepe alle sue parole, se esista un centrodestra.
In ballo c’è la tanto agognata unità del centrodestra, alla quale Mauro fa costante riferimento, guidato come è – per vocazione culturale – dalla stella polare della divisione tra le due grandi famiglie del socialismo e dei popolarismo europeo. Non a caso non manca di scagliare frecce verso quegli esponenti moderati che con convinzione puntano la bussola verso il campo progressista, e ogni riferimento a Massimo Ferrarese che davanti alle nostre telecamere aveva auspicato un patto organico col partito democratico in funzione regionale, non appare per nulla casuale.