CASARANO- La vicenda Sparkle, l’azienda di radiofarmaci che sorge nelle campagne di Casarano è nota e da tempo sotto la lente della magistratura leccese.
L’inchiesta va avanti e i protagonisti dell’iter che ha portato alla sua realizzazione grazie ad finanziamento a fondo perduto da parte della Regione Puglia ottenuto nell’ambito del Pit 9, sono ufficialmente indagati e nei giorni scorsi hanno ricevuto un avviso di garanzia. Sono stati ascoltati nuovamente dai militari della guardia di finanza che stanno conducendo le indagini coordinate dal pm Massimiliano Carducci del pool reati economici.
L’accusa ipotizzata è, a vario titolo, di truffa aggravata per aver procurato alla Sparkle un ingiusto profitto calcolato in in 4 milioni e 125 mila euro, inducendo in errore la Regione Puglia mediante artifici e raggiri, falso ideologico aggravato e abuso d’ufficio.
Secondo le indagini i soci avrebbero realizzato un aumento fittizio del capitale sociale della Sparkle con lo scopo di raggiungere il 39% del valore complessivo del programma d’investimento necessario all’erogazione dei fondi per la realizzazione dell’impianto che sorge in contrada calò.