Cronaca

A Gallipoli 20 buyers internazionali per comprendere la movida

GALLIPOLI- Un’imposizione che lede allo sviluppo del turismo ed alla destagionalizzazione. Smontare gli stabilimenti balneari il primo novembre per poi rimontar il tutto dopo il 31 marzo è come se si avesse l’acqua calda a casa ma si impedisse il suo uso. “Cosi non si crea sviluppo e si impoveriscono le aziende che hanno creduto all’infrastruttura del mare” unanime il dissenso da parte di Mauro Della Valle di Assobalneari e David Cicchella del Samsara di Gallipoli.

Ospitare il 22 ottobre 20 buyers internazionali, mentre si fa il bagno, è la prova che la burocrazia della sovraintendenza non agevola lo sviluppo e la destagionalizzazione. Questa estate 37 nazioni del Mondo hanno conosciuto Gallipoli ed il Salento ed, oggi, 20 operatori turistici incuriositi vivono l’autunno ionico. Provenienti da: Croazia, Russia, Ucraina, Polonia, Regno Unito, Danimarca, Austria, Francia, Germania, Cina, Lituania e Arabia Saudita per valutare e rivendere nel mondo quanto si è costruito e si spera possa esser in piedi per nove mesi l’anno.

“Non sappiamo se investire i nostri soldi nel consolidare lo sviluppo del Salento o impegnare le risorse economiche sulle spese legali contro la procedura di smantellamento” è l’ironico interrogativo di Cicchella per far comprendere, al Governo, che qui si può far il bagno per almeno ¾ dell’anno. Uniti, continua Della Valle, speriamo di sconfiggere la burocrazia antisviluppo lesiva per la crescita del Salento.

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