CASTRO- Si chiude il processo per il crollo di Castro. Dopo cinque anni da quel 31 gennaio 2009, arriva la sentenza. Il giudice della seconda sezione penale, Pasquale Sansonetti, ha condannato a due anni di reclusione Martino Ciriolo, Maria Rosaria Fedele e Marcello Baccaro, proprietari e conduttori degli immobili coinvolti nel crollo; a 1 anno e sei mesi Gabriele Fersini, altro proprietario; idem per Luigi Fersini, Antonio Fersini e Angelo Rizzo, progettisti e titolari delle imprese che hanno eseguito i lavori. Per tutti la pena è sospesa, ma comunque dovranno risarcire i danni alle 28 parti civili costituitesi in giudizio. L’accusa contestata dal pm Giuseppe Capoccia, a vario titolo, è di concorso in disastro colposo, “per colpa consistita in imprudenza, imperizia, negligenza e inosservanza di regole di sicurezza nell’esecuzione di lavori edili”.
Poiché deceduto non si procederà nei confronti di Speranzina Antonazzo, altro proprietario. Assolti gli altri imputati: perché il fatto non sussiste: Fernando Schifano, responsabile dell’ufficio tecnico comunale; Rinaldo Coluccia, Antonio Ciccarese, componenti della commissione edilizia che approvò l’esecuzione dei lavori negli edifici, e Giovanna Lazzari, ulteriore proprietaria di immobili.
Assolti inoltre Angelo Rizzo e Antonio Fersini, progettisti e titolari di imprese che hanno eseguito i lavori, così come Domenico Fersini e Francesco Rizzo, quest’ultimo difeso dagli avvocati Francesco D’Agata e Alberto Russi. Le motivazioni ancora non si conoscono, ma sotto la lente degli inquirenti ci sono finiti i lavori che eseguiti in alcuni esercizi commerciali della piazzetta: lo “Speranbar”, “Sport pesca mare” e la pasticceria “Le delizie”.
Lavori che avrebbero indebolito una parte strutturale dell’edificio tanto da farlo sfaldare all’improvviso quel pomeriggio. È stato solo un caso che nel crollo non ci siano state vittime. Ma Castro, a distanza di cinque anni, paga ancora quelle conseguenze: i lavori galoppano, ma non sono stati ancora completati.