
LECCE- Nel silenzio di nuovi tavoli di concertazione e di una procedura che va avanti per conto suo, gli attivisti contro il gasdotto Tap tornano a rigirare il dito nella piaga e puntano l’indice contro il mancato paravento della Regione Puglia. Stavolta a farlo è il direttore dell’Ufficio europeo Jeremy Rifkin, nonché presidente del Cetri (circolo europeo per la terza rivoluzione industriale), Angelo Consoli.
“Responsabilità pesantissime”, e per due ordini di motivi: al contrario di altre Regioni, non si è impedito a monte l’arrivo qui di gasdotti e ci si ritrova ad averne autorizzati due nell’arco di pochi chilometri, entrambi nel Leccese, uno a San Foca e l’altro a Otranto. Poi, c’è lo scaricabarile nella scelta del punto di approdo, con i tavoli avviati assieme ai sindaci solo dopo il via libera che l’infrastruttura ha ottenuto in sede di Valutazione di impatto ambientale.
Una “macelleria comunale” da cui il Comitato No Tap ha deciso di sfilarsi.
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