LECCE- “Non ho nulla da dire”, così Adriana Poli Bortone NON commenta la costituzione di parte civile del Comune di Lecce nel nuovo processo sui palazzi di via Brenta, per cui DOMANI dovrebbe tenersi l’udienza preliminare davanti al Gup Carlo Cazzella che deciderà se rinviarli a giudizio, come chiesto dal procuratore aggiunto Antonio De Donno, o meno.
Udienza che quasi sicuramente salterà, vista la massiccia adesione allo sciopero da parte degli avvocati del foro di Lecce.
Sono in otto a rischiare il processo nell’inchiesta sui palazzi di via Brenta. Oltre all’ex sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone, il legale rappresentante della Socoge Pietro Guagnano, l’allora dirigente del servizio economico del Comune di Lecce Giuseppe Naccarelli, il funzionario della Selmabipiemme Vincenzo Gallo, il tecnico chiamato a redigere la stima dei due palazzi Maurizio Ricercato, l’ex consulente giuridico della Poli Bortone Massimo Buonerba, l’ex assessore al Bilancio Ennio De Leo e il dirigente della Selma Fabio Mungai.
Le accuse sono di abuso d’ufficio e peculato, in relazione all’operazione con cui il comune di Lecce acquistò in leasing i due immobili. Operazione che, secondo l’accusa, voleva avvantaggiare La Socoge, che ha costruito gli edifici, e la Selma, che seguì il contratto sottoscritto nel 2006 con cui il Comune subentrò alla Socoge. Il danno subìto dal Comune di Lecce per questa operazione sarebbe di tre milioni e 401mila euro.