Cronaca

Un venditore al posto del cardiochirurgo, la Asl corre in Procura

COPERTINO- E’ possibile che un paziente entri in sala operatoria per un intervento delicatissimo al cuore e al posto del medico operi un venditore? Non è possibile. Ma è stato possibile, nell’ospedale di Copertino. Il video girato all’interno della sala operatoria e diffuso ieri dalla trasmissione Report di Rai3 ha fatto venire i brividi all’Italia intera.

Ora la Asl corre in Procura e apre un’inchiesta interna. Passo obbligato, com’è ovvio. L’accertamento delle responsabilità ora sarà compito della magistratura. Ma quello che è andato in onda davanti agli occhi di tutti gli italiani getta ombre lunghe su quanto è accaduto nell’ospedale “San Giuseppe” di Copertino. L’operazione risalirebbe al 18 novembre 2013.

La persona con camice e mascherina che lavora fianco a fianco con il cardiologo Michele Mezio Galluccio è Fabio Tridici, rappresentante della Boston Scientific, ditta produttrice di pacemaker e defibrillatori, fornitrice della Asl di Lecce. L’insolita “equipe” sta posizionando un dispositivo biventricolare.

Com’è potuto accadere? Report spiega che i venditori sarebbero spesso “invitati” dai professionisti a dimostrazioni pratiche sui macchinari che vendono: da qui la possibilità di entrare nelle sale operatorie. Ma non sono medici e non sono formalmente autorizzati ad operare pazienti in strutture pubbliche.

Tridici ha negato di aver eseguito materialmente l’operazione: la sua presenza in sala operatoria sarebbe stata richiesta dallo stesso medico che aveva necessità di un supporto per far fronte ad un’emergenza.

Dalla direzione sanitaria del San Giuseppe, in mattinata, nessuna risposta. Per la Asl, “il filmato getta nuova luce su un episodio già segnalato da Boston Scientific, in data 22 aprile 2014, comunicando di aver risolto in via disciplinare il rapporto di lavoro con il suo dipendente, per aver “fornito un aiuto al medico”.

“Dalle prime evidenze comunque risulta – dice il direttore generale Mellone – che l’intervento, ad alta delicatezza, è stato concluso con successo dal medico responsabile della procedura, già operatore di alta qualificazione e prudenza, oggi cessato dal servizio”. E questo non cambia la gravità della questione. Saranno le indagini a stabilire circostanze precise, violazioni di legge e soprattutto il “grado di responsabilità di tutto il personale presente ed operante in Sala”.

Il CODACONS di Lecce ha diffidato la Asl ad un più attento e puntuale monitoraggio delle attività svolte in sala operatoria, anche attraverso la dotazione di nuovi e più idonei strumenti.

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