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A Lecce sordi e udenti insieme per il riconoscimento della lingua di segni: “Governo guardaci”

LECCE- Chi l’ha detto che per parlare serva la voce. E chi l’ha detto che la voce sia più importante di qualsiasi altro canale attraverso il quale poter esprimere il proprio pensiero.A volte si ha molto più da dire con le mani che con i suoni. Basta saper e voler “ascoltare”.

Soprattutto se a dover ascoltare è chi decide della vita dei cittadini, chi mette loro in condizioni di esercitare un diritto, di vivere nello stesso modo del proprio vicino. Udente o sordo che sia. Ma il governo da troppi anni ha deciso di non ascoltare. Lo fa non approvando il disegno di legge con il quale l’Italia riconosce la Lingua dei Segni, come lingua ufficiale. In Europa e nel mondo i governi degli altri Paesi hanno già approvato la legge, ma l’Italia ancora no, nonostante la Comunità Europea lo solleciti da tempo. Nonostante la nostra Costituzione parli di diritti, nonostante il Parlamento europeo si sia espresso in modo chiaro. E nonostante i sordi paghino regolarmente le tasse e il canone della Tv di Stato, in un Paese che, però, non concede loro nulla.

Per questo sordi e udenti italiani hanno deciso di scendere in piazza i contemporanea in tuta italia per costringere le istituzioni a vedere. Nella giornata mondiale del Sordo, anche Lecce diventa il cuore di un appello affinché sia portato a termine un percorso di civilità, di diritti e di vera uguaglianza.

E se foste voi udenti a vivere in un Paese che parla una lingua non accessibile? Se fosse la vostra vita un costante adattamento a ciò che gli altri decidono per voi?. E’ importante che tutti lottino insieme per ottenere subito il riconoscimento della Lis e con esso il riconoscimento delle figure professionali, Interprete e Assistente alla comunicazione.

Si chiamano sordi e non audiolesi o non udenti. Si chiama Lis, lingua dei segni italiana e linguaggio. Ha una grammatica precisa e complessa e non è fatta di gesti.  Oggi, in Italia, ci sono almeno 70mila sordi, nati qui e cresciuti qui. Non si finga più di non “ascoltarli”.

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