MATINO- Tra qualche giorno, il 18 settembre, comincerà l’analisi biologica sulle ossa umane ritrovate il primo agosto scorso in contrada S. Anastasia, nelle campagne di Matino, e ritenute dagli investigatori i resti di Ivan Regoli, il giovane scomparso dalla sua casa di Matino il 12 settembre del 2011. Un teschio e altre ossa, tirati su da un pozzo insieme ad alcuni frammenti di indumenti riconosciuti dalla moglie del ragazzo.
Un mistero fitto che va avanti ormai da tre anni e che si porta dietro ancora tante domande. Chi ha ucciso Ivan e come ? Perchè il suo corpo è finito in quel pozzo? Secondo il legale della famiglia, quei luoghi potrebbero nascondere ancora tanti indizi: tracce di sangue o indumenti, fonti di prova necessarie per un eventuale incriminazione. Per questo il legale ha presentato un’istanza nella quale si chiede il sequestro non solo del pozzo, ma di tutta l’area intorno: la campagna ed una serie di case rurali e ruderi che la costellano
La Procura ha disposto ulteriori accertamenti incaricando i carabinieri di Casarano di effettuare nuovi sopralluoghi. Le ossa si trovano a Bari, nell’istituto di medicina legale dell’università. Il Dna dovrà innanzitutto stabilire se si tratti proprio del giovane di 29 anni scomparso tre anni fa. Agli occhi dei consulenti sarebbero troppo poche: le altre parti del corpo potrebbero essere ancora nel pozzo, per questo, sempre l’avvocato, chiederà di ritornare per setacciarlo a fondo.
Solo avendo un quadro completo si potrebbe stabilire come sia stato ucciso. Intanto la mamma di Ivan, Antonella Regoli, è decisa a conoscere la verità. Sono tre anni esatti che deve fare i conti con l’assenza di Ivan. 3 anni compiuti sabato scorso. I sospetti ci sono dice, ora le indagini devono individuare il responsabile. Al momento c’è un unico indagato: un lontano cugino della famiglia: Antonio Coltura, di Parabita, che ora vive lontano dal Salento.