LECCE- In un solo giorno avrebbe svuotato il conto corrente di una signora di Locri e impiegato il denaro per acquistare Ferrari ed altre auto ed orologi di lusso. 1.290.000 euro spariti nel nulla, assieme ai risparmi di altri quattordici anziani salentini. Un caso eclatante per portata e modalità. Finisce nei guai il responsabile del settore consulenze dell’Ufficio postale di Parabita, Cosimo Prete, 55 anni, un passato da assessore comunale alle Attività produttive, dal 2005 al 2010, e attivo anche nel sindacato. La sua è l’unica custodia cautelare in carcere eseguita in mattinata, disposta dal gip Giovanni Gallo, su richiesta del pm Giovanni Gagliotta. Per lui l’accusa è di truffa aggravata, falso materiale e frode informatica.
In concorso con lui per la truffa, sono indagate a piede libero due persone. Si tratta di Assunta Silvestri e Andrea Cesarini. Invece, rispondono di riciclaggio i cinque finiti ai domiciliari: Marcolino Andriola, 48 anni, di Cellino San Marco; Luigi Cecere, 27, e Antonio Silvestri, 40, entrambi di Casavatore, nel Napoletano; Pierluigi Anelli, 47 anni, e Stefania Di Matteo, 49, di Roma.
Il gip ha ritenuto non ci fossero i presupposti per contestare l’esistenza di una vera e propria organizzazione a delinquere, ma di sicuro le ramificazioni in altre regioni d’Italia avevano il loro terminale nel Salento. Questo hanno accertato le indagini condotte dalla Polizia giudiziaria leccese, sezione Polizia di Stato, in collaborazione con la Polizia Postale di Roma e coadiuvata dalle Squadre Mobili della capitale, Napoli, Lecce e Brindisi.
L’inchiesta ha iniziato a muovere i primi passi dopo la segnalazione fatta dalla stessa Poste Italiane spa, dopo che, nel dicembre 2012, all’improvviso è stato prosciugato il conto milionario della signora calabrese. Presso lo sportello di Parabita, era stato creato, infatti, un secondo libretto fittizio, dal quale effettuare, però, prelievi veri. Già il giorno stesso sono stati fatti acquisti con vaglia circolari e così fino a metà gennaio 2013: oltre ai Rolex, automobili quali un’Audi A5 Sportback, una Ferrari 430, una Golf, una Bmw, una Minicountry, tutte dirottate all’estero.
Per il momento quelle somme non sono recuperabili, così come non lo sono quelle da altre decine di mila euro prelevate dai conti di pensionati di Parabita, che spetterà a Poste Italiane risarcire.
Si erano tutti fidati e affidati a Cosimo Prete, un insospettabile, stimato professionista, per quanto già un anno fa emerse un suo presunto coinvolgimento in un’inchiesta per truffa e appropriazione indebita di 150 mila euro ai danni di un noto politico salentino. Non solo, il sarto parabitano Luigi Compagnone, lo stesso accusato di pedofilia, indicò il suo nome tra quelli responsabili di un presunto ammanco da 650mila euro dai suoi conti correnti. Queste, però, sono altre storie in via di accertamento. Gli elementi al vaglio degli inquirenti, ad ogni modo, non fanno escludere nuovi risvolti.