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La fede e la rabbia, le due facce della festa. Il vescovo: “Fanno bene a far sentire la loro voce”

LECCE- La sacralità della processione e la rabbia degli ex operai Bat, il suono delle campane che accompagna l’avvio della processione delle statue dei santi patroni e le urla , gli applausi ironici. I fischi dei lavoratori dell’ex Manifattura Tabacchi di Lecce che nel giro di qualche anno hanno dovuto fare i conti con una riconversione dello stabilimento che si è rivelata un fuoco di paglia.
I vestiti eleganti della festa e le magliette bianche dei disoccupati. Non sono mancati i momenti di tensione, con i manifestanti, circa 25 persone, che per qualche minuto hanno bloccato la processione, allontanati e riportati alla calma dagli agenti della Digos presenti in quel momento e che ora hanno avviato le indagini dal momento che la manifestazione non era stata autorizzata.

Quest’anno la crisi occupazionale che a Lecce e in tutto il Salento si sente prepotentemente, ha tinto di colori foschi la tradizionale processione dei santi patroni Oronzo, Giusto e Fortunato, con le contestazioni rivolte ai politici in fila nel corteo, con in testa il sindaco Paolo Perrone e il sottosegretario al lavoro Teresa Bellanova. Rabbia urlata e messa per iscritto da uomini e donne con i figli in braccio sugli striscioni dispiegati al passaggio dei fedeli. Anche loro periferie esistenziali, categorie di persone emarginate ed escluse dalla società, sulle quali il vescovo monsignor D’Ambrosio ha voluto incentrare il suo tradizionale messaggio alla città discorso, preparato accuratamente come ogni anno precedentemente. Ma a fronte della protesta degli operai, il vescovo non ha chiuso gli occhi e il discorso si è soffermato anche su di loro, con parole esplicite di solidarietà.

Anche loro fanno parte, ha detto l’arcivescovo, di quella umanità mortificata e immiserita nella sua dignità che a Lecce è vicina e tangibile nei detenuti di Borgo San Nicola,negli ospiti della Caritas Diocesana e della Casa della Carità che ha accolto oltre 1550 ospiti da 32 diversi Paesi con 9900 pernottamenti e la distribuzione di oltre 23.000 pasti, servizio docce, consulenza medica e legale. A questi vanno aggiunti gli oltre 500 ospiti che ogni giorno trovano un pasto nelle varie mense parrocchiali . “Il richiamo alle autorità e al mondo della politica, anche quest’anno è chiaro, forte, ma sommesso – dice D’Ambrosio- Non lasciateci soli sui tanti fronti della povertà e dell’emarginazione. I poveri non li manderemo a voi, ma voi non mandatelo con troppa facilità a noi”.

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