Politica

Centrosinistra, candidati al lavoro. Ferrarese: “No a primarie muscolari”

LECCE- La distanza, sul calendario, è di una sola settimana: quella politica (anche in termini di ricadute organizzative) appare ben più ampia. Parliamo, in proiezione regionali di marzo, delle primarie del centrodestra e del centrosinistra che a meno di sorprese sul versante moderato si terranno rispettivamente il 23 e il 30 novembre prossimi. I progressisti viaggiano spediti verso le consultazioni di coalizione, con i tre candidati ai nastri di partenza, Michele Emiliano, Guglielmo Minervini e Dario Stefano che lavorano ventre a terra per consolidare il loro naturale bacino di consenso e, soprattutto, per attrarre i voti di elettori non convinti dal candidato della propria scuderia: da questo punto di vista è noto il possibile effetto travaso che potrebbe concretizzarsi dallo zoccolo duro di parte dei vendoliani in direzione Minervini, (ma non manca chi in casa SEL opterà per Emiliano), e probabilmente in misura minore dal PD verso Stefàno, preferenza di segno anti-Emiliano volta a premiare un portabandiera di sinistra ecologia e libertà forte di un appeal che supera il tradizionale steccato della sinistra radicale.

Ma i rumors dentro SEL fotografano un partito se non spaccato a metà, di certo profondamente diviso tra quanti sostengono Stefano convinti che non si possa trovare un nuovo Vendola (e che non sia giusto cercarlo), e malpancisti che rimproverano al governatore la scelta di vertice e la provenienza politica del senatore. Obiezioni a cui i supporter di Stefano replicano chiedendo realismo e sottolineando il valore della rete dei contatti costruita dal presidente della giunta delle immunità di Palazzo Madama soprattutto durante la sua attività da assessore regionale.

Guglielmo Minervini, dal canto suo, approfitta di Facebook per ribadire natura e composizione della coalizione di centrosinistra, e lo fa commentando l’infelice uscita di Alfano sugli ambulanti extracomunitari irregolari: “Ora è chiaro – scrive Minervini – perché noi con il NCD non abbiamo nulla in comune sulla Puglia?”.

Se sulla riva sinistra del fiume c’è gran fermento, tra incontri dei tre candidati con gli elettori e attività virtuale a colpi di post e cinguettii su Twitter, sulla sponda opposta i dubbi degli alfaniani su posizionamento e primarie frenano la corsa dei moderati verso le consultazioni del 23 novembre.

Sul tema, resta una forte divaricazione tra Forza Italia che punta alle primarie insieme con Puglia Prima di Tutto, Fratelli d’Italia, Movimento Regione Salento, La Destra, Movimento Schittulli e Nuovo PSI, e Nuovo Centrodestra che per voce di Massimo Ferrarese tuona: “No alle primarie muscolari alle quali lavora Forza Italia. Imponendoci il diktat delle consultazioni del 23 novembre è come se ci dicessero “venite a perdere” perché nuovo centrodestra è una realtà nata da sei mesi e non radicata in tutta la Puglia, destinata a scontrarsi con un partito forte di venti anni di storia. Ma nel Salento siamo arrivati a raccogliere l’8,5% – puntualizza l’ex presidente della provincia di Brindisi –; e se Forza Italia continuasse a ignorare la nostra richiesta di pari dignità – conclude con fermezza – si assumerebbe la responsabilità di obbligarci ad avere le mani libere.

Al responsabile salentino degli alfaniani replica il coordinatore provinciale di Lecce del Movimento Regione Salento, Paolo Maci, che risponde con altrettanta decisione: “Nuovo centrodestra esibisce la consueta mancanza di chiarezza. Perché ha invocato le primarie per le amministrative di Bari e oggi si tira indietro in prospettiva regionali? Dicano una volta per tutte da che parte stanno”.
Sulle consultazioni di coalizione Maci ribadisce l’importanza dello strumento, perché sia il popolo dei moderati a esprimersi e non gli apparati – evidenzia l’esponente del movimento regione salento – ponendo l’accento nello stesso tempo sulla necessità che la competizione sia disciplinata da regole certe. In merito alla disponibilità a prendere parte alle primarie espressa da Schittulli, Maci conferma considerazione per il profilo dell’ex presidente della provincia di Bari e guarda con grande attenzione al suo programma, a partire dal proposito di nominare – in caso di affermazione elettorale – due vicepresidenti, espressione del Salento e dell’area settentrionale della regione.

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