Politica

Primarie a sinistra: le liti sul doppio turno e il No alla candidatura di Gentile

LECCE- “Il doppio turno per le primarie è una forzatura: non esiste in Italia. Parliamo di una consultazione dove la coalizione ha lo stesso programma, non di una competizione tra coalizioni diverse”. Giovanni Procacci, coordinatore del tavolo del centrosinistra, è irremovibile: le esternazioni di Dario Stefàno lo irritano, “perché il tavolo non si può riaprire su cose già decise”. Insomma, data e regole, sottoscritte da tutti al tavolo, non si toccano, parola di Procacci.

“Non è che le regole si possono cambiare a seconda di chi entra in campo”- tuona il dirigente del Pd. Insomma, di doppio turno non se ne parla proprio, anche perché, secondo Procacci, la stessa coalizione lo boccerebbe, visto che l’unico partito favorevole è Sel. Non la pensa così Onofrio Introna, il candidato alle primarie su cui i socialisti vorrebbero puntare: “Considero le primarie una festa e, se il doppio turno diventa necessario a vivacizzare e dare maggiore forza ai candidati, non c’è una controindicazione democratica”. In altre parole, si possono ridiscutere ancora le regole e si può inserire il doppio turno. Il presidente del Consiglio regionale, però, non ha voglia di candidarsi: “Non ho bisogno di scendere in campo per essere un punto di riferimento dei socialisti – dice – posso lavorare lo stesso per la loro unità e farne una forza significativa del centrosinistra”.

Intanto, non arriva una parola chiara nemmeno sulla di Elena Gentile: i civatiani, sprofondati nel dubbio, incontreranno l’eurodeputata giovedì per trovare la quadra. Il maggiore rischio è che la candidatura risulti un tradimento dell’elettorato che l’ha mandata a Bruxelles, a meno che la sua non sia una candidatura di testimonianza. In Puglia, però, i dirigenti Pd storcono il naso, perché Gentile candidata significa lasciare il posto della Puglia a un napoletano rimanendo senza un europarlamentare proprio nel momento della programmazione comunitaria.

La minoranza anti-Emiliano sta cercando, quindi, di compattarsi sulla candidatura di Guglielmo Minervini. “Emiliano oscilla tra il renzismo più radicale e piccole ritorsioni contro Renzi: se tanto mi dà tanto, è meglio Minervini”. Blasi sintetizza così la posizione di un’ area di minoranza in conflitto con la segreteria regionale, che però non potrebbe mai sostenere Elena Gentile, dopo gli sforzi fatti per mandarla a Bruxelles. Procacci è pronto a scommettere che l’europarlamentare civatiana non si candiderà. C’è tempo fino a settembre per fare le proprie puntate, quando l’Assemblea democratica sarà chiamata a vagliare le candidature: serve il consenso del 35 per cento dei componenti, oppure 12 mila firme dell’elettorato pugliese.

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