Cronaca

Bat, lavoratori in Prefettura: “Riconversione fallita, ma ora ridateci un lavoro”

LECCE- “La riconversione è fallita, ma adesso dobbiamo cercare di capire quale sarà il nostro futuro”. Gli operai Bat commentano con amarezza una vicenda che va avanti da anni, tra promesse disattese e futuro sempre più incerto. I lavoratori sono tornati in Prefettura per chiedere nuovi incontri. Venerdì scorso, l’assemblea dei dipendenti ha valutato le iniziative da intraprendere e si è deciso di andare dal prefetto con un documento. Le richieste sono semplici: è necessario un incontro al ministero per la riconversione Bat, ma prima bisogna fare il punto della situazione con istituzioni locali e la sottosegretaria Bellanova.

I sindacati vogliono coinvolgere le istituzioni locali che hanno firmato l’accordo del 2 dicembre 2010. I lavoratori, però, chiedono anche di rigettare la firma dell’accordo romano del settembre 2013: “In quell’accordo è stato scritto che la Iacobucci Mk stava rispettando gli accordi- spiegano- quando invece ha messo i lavoratori in cassa integrazione”. I 170 lavoratori sono stati assorbiti nel 2011 dalla Iacobucci, con formazione pagata dalla Bat, ma non è mai partito il lavoro: gli anni sono passati e le commesse non sono arrivate.

Il ministero ha fatto da garante, ma tutto è in stallo: ad agosto è finita la cassa integrazione ordinaria e ora i lavoratori sono stati richiamati per la cassa integrazione straordinaria. “Noi vogliamo lavorare – spiegano i dipendenti – Abbiamo chiesto all’azienda un anticipo della cassa straordinaria, per non aspettare fino a dicembre senza soldi, e nel frattempo il personale avrebbe dovuto fare una rotazione obbligatoria per rimanere nel giro produttivo”. La Iacobucci si occupa di componentistica per aerei, carrelli porta vivande, contenitori per immondiazia, compattatori. 400 persone della ex Bat sono finite nel precariato, divise in tre aziende (le altre due sono la Hds, che non è mai partita, Ipkorus, che avrebbe dovuto fare profilati di alluminio, ma non è mai partita in tre anni). I lavoratori sono rimasti senza far nulla per tre anni, ma ora sono in cassa integrazione straordinaria, 180 assorbiti dalla Iacobucci, che nonostante la formazione pagata dalla regione non è mai andata a pieno regime.

Ora i lavoratori vogliono ridiscutere la “riconversione Bat”, che per il sindacalista Umberto Borlizzi è stato solo un bluff: c’è voglia di trovare una soluzione per il loro futuro. La Bat era un’azienda con 20 milioni in attivo, una multinazionale che ha scelto la via del maggiore profitto in paesi dell’est: non era in crisi, ma è andata via lasciando nell’incertezza tanti lavoratori. La politica nazionale e locale dovrà farsi un esame di coscienza: le aziende in attivo vanno via e le riconversioni sembrano fallire.

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