LECCE- E’ tutto fermo, ma non è colpa di nessuno. Dopo aver impegnato 3 milioni di euro non c’è nessuna traccia degli impianti di risonanza magnetica destinati a Neuroradiologia dell’Asl di Lecce e non si capisce di chi sia la responsabilità. Il direttore sanitario, Ottavio Narracci, cerca di capire se i ritardi siano interni, dovuti all’organizzazione ospedaliera e chiede chiarimenti.
Il responsabile ospedaliero, Giampiero Frassanito, dice che l’ospedale è pronto per quanto riguarda la logistica. A fare un po’ di chiarezza, dopo il duro attacco di Federconsumatori, ci pensa il responsabile del procedimento, Antonio Leo. “Non è ancora stato speso un euro – chiarisce – quindi l’associazione dei consumatori ha detto un’inesattezza.
Per quanto riguarda il ritardo – continua il responsabile – quelle sono macchine che richiedono tutta una serie di autorizzazioni e ne mancano ancora alcune”. Insomma, alla fine dei conti il responsabile di questo anno di attesa potrebbe essere un sistema fatto di lungaggini burocratiche e iter amministrativi e autorizzatori infiniti. Chissà, anche su questo non c’è una parola chiara. Bisognerà aspettare la prossima settimana per avere tutte le autorizzazioni. A gennaio 2014 il contratto con la Philips: la ditta aveva l’obbligo di fare l’autorizzazione esecutiva, che adesso c’è. Più di un anno fa, a maggio, è stata espletata la gara per l’acquisto di due impianti: anche quando i soldi ci sono l’iter burocratico diventa farraginoso, con il risultato del disservizio prolungato per l’utenza.
Narracci ha spiegato che l’Asl leccese è in ritardo con la tabella di marcia, ma che per settembre tutto potrebbe essere risolto. Intanto, sta per partire il bando per l’acquisto dell’acceleratore lineare di ultima generazione, anzi, è già diventato di penultima, perché quest’anno è stato messo sul mercato un nuovo acceleratore, ancora più preciso del True Beam. Insomma, la tecnologia va avanti, mentre la sanità salentina resta incagliata nella sua burocrazia, con i suoi macchinari obsoleti, che fanno scappare i pazienti verso quei centri, il Besta e l’Humanitas su tutti, che offrono ampie garanzie di essere al passo con i tempi.