SAN CESARIO- Quello di Gianfranco Zuccaro fu un omicidio in diretta: ripreso interamente dalle telecamere di video sorveglianza del bar che si affaccia sulla piazza di S. Cesario dove assassino e vittima, poco prima avevano preso un caffè insieme.
A distanza di quasi un anno la procura chiede il conto all”omicida, invocando, davanti al gup Carlo Cazzella, l’ergastolo. Carcere a vita per un assassino che secondo il pubblico ministero Roberta Licci , che ha seguito l’indagine sin dal principio, ha agito con freddezza, in modo spietato, colpendo il body guard che ferito cercava di sfuggire ai colpi. Era il 7 luglio di un anno fa ed erano le nove del mattino.
Oltre alle telecamere che hanno ripreso per intero la scena agghiacciante, c’erano i testimoni che hanno visto tutto. Lorenzo Arseni fu identificato quasi subito dai carabinieri del nucleo investigativo di Lecce che seguirono le indagini: per un po’ di tempo fu latitante, poi fu individuato ed arrestato in una marina di Torchiarolo dove si trovava con moglie e figlia, confuso tra i bagnanti di una spiaggia affollata.
Carcere a vita quindi , invocato nonostante il processo si stia celebrando con il rito abbreviato, che potrebbe evitare all’imputato, reo confesso, solo l’isolamento diurno. L’accusa è di omicidio volontario aggravato dai metodi mafiosi. In aula il pubblico ministero ha ricostruito punto per punto i fatti, inquadrando l’omicidio in un contesto mafioso, contesto che è stato invece negato dalla difesa che ha ricondotto il movente alla folle gelosia dell’assassino e al desiderio di vendetta per le continue e ripetute avance di Zuccaro nei confronti della moglie.
Rischiano la condanna con l’accusa di favoreggiamento per aver aiutato il killer a nascondersi ( la latitanza durò 28 giorni), anche altri: Antonio De Marco, 45 anni, di Torchiarolo; Maurizio Manfreda, 44 anni, di Brindisi; Federica Ferrara, 27 anni, di Brindisi, Agata Rollo, 54 anni , Italo Cleopazzo, di 65, di San Cesario.
La prossima udienza sarà l’8 luglio. La parola passerà alla difesa, poi, sempre in quella data, è prevista la sentenza.