Cronaca

Puglia al terzo posto per illegalità ambientale

BARI- La Puglia è terza nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale e resta sul podio anche per il ciclo illegale del cemento. Aumentano, inoltre, i reati nel ciclo dei rifuti assegnando alla Puglia la vetta della classifica nazionale, seconda solo alla Campania. La drammatica situazione è stata tracciata a Bari da Legambiente Puglia e dal procuratore aggiunto presso la Procura di Lecce Ennio Cillo, nell’annuale report sulle Ecomafie. 
Il fatturato dell’ecomafia è stato nello scorso anno di 15 miliardi di euro, grazie al coinvolgimento dei clan malavitosi che per i loro traffici hanno contato sull’auto di funzionari e dipendenti pubblici. La maggior parte delle infrazioni nel ciclo dei rifiuti sono regitrate nella provincia di Taranto. Lecce conferma la piaga del cemento selvaggio, conquistando assieme a Taranto, un posto tra le prime 14 province dove si sono registrati più reati del mattone.

Le forze dell’ordine e gli inquirenti sono riusciti a smascherare i reati, come nelle operazioni Coast to Coast e Ulivo infangato del Noe di Lecce con i sequestri di stabilimenti balneari, costruzioni edilizie e 13 mila tonnellate di fanghi tossici riversati nei terreni brindisini. O l’operazione Black Out della procura di Brindisi che ha portato al sequestro di impianti fotovoltaici.

A fronte di questa intensa attività di controllo – ha denunciato il presidente di Legambiente Tarantini – continua a latitare la politica nazionale rea di non aver ancora adottato misure sufficienti a contrastare gli episodi in questione.

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