LECCE- Contratti di affitto inesistenti o registrati a metà; allaccio ad un pozzo artesiano e mancati pagamenti delle bollette dell’acqua. Una serie di illeciti a carico del proprietario di una palazzina e scoperti dalla polizia, intervenuta per placare una lite tra condòmini e per la quale un agente ha rimediato un pugno.
Una volante è intervenuta in via Teodoro Pellegrino, a Lecce, dove era stata segnalata la lite. Sul posto c’erano la donna che aveva chiesto l’intervento della polizia ed un uomo, un leccese di 68 anni, C.L. (le sue iniziali), proprietario della palazzina in cui abitano sei famiglie.
La donna lamentava la chiusura dell’acqua da parte del proprietario di casa, che le provocava non pochi disagi, essendo mamma di due figli piccoli. L’uomo, dal canto suo, accusava l’inquilina di non aver pagato alcune mensilità di affitto, ma il contratto -come hanno verificato gli agenti- non risultava essere regolarmente registrato.
All’invito dei poliziotti a riattivare l’erogazione dell’acqua, il padrone di casa ha inveito contro gli uomini in divisa, colpendone uno con un pugno.
Gli agenti hanno poi notato che nell’abitazione è presente un pozzo artesiano e che non c’era l’allaccio effettivo alla rete idrica dell’Acquedotto pugliese. Anche un tecnico lo ha verificato: dalla palazzina i liquami venivano fraudolentemente versati nella rete fognante. Eppure tutti gli inquilini pagavano mensilmente al proprietario € 50,00, per il consumo di acqua.E ancora: sono state accertate irregolarità nei contratti di locazione.
Tutti gli inquilini hanno confermato di aver sempre pagato al proprietario tutte le somme relative alle varie utenze senza mai avere riscontro o ricevuta per quel denaro. Per tutte queste ragioni il padrone di casa è indagato per oltraggio a pubblico ufficiale ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni e ci sono indagini in corso per accertare le violazioni di natura fiscale.
