SANNICOLA- La struttura serviva a raccogliere le acque piovane, ma un esposto ha denunciato che veniva utilizzata come rifugio per cani. A Sannicola la Polizia Locale, il Corpo Forestale dello Stato di Gallipoli e le Guardie Zoofile di Nardò lo hanno accertato: sei cani randagi erano ricoverati lì, nella struttura. L’associazione di volontari che se ne prende cura ha detto, però, di aver ottenuto l’autorizzazione, sia dall’amministrazione attuale, retta dal sindaco Mino Piccione, sia dalla precedente in cui il primo cittadino era Pippi Nocera.
La struttura è infatti di proprietà del Comune e però, secondo la polizia locale, totalmente inadatta ad essere “riconvertita” in canile. Inoltre l’accesso è consentito solo ed esclusivamente al personale tecnico addetto poichè all’interno della struttura c’è una vasca interrata fino a sei metri di profodità, con muri di contenimento laterali privi di protezione anticaduta, dove vengono fatte confluire, tramite un collettore del diametro di m. 1,40, le acque meteoriche provenienti da tutta la zona alta di Sannicola, con conseguente rischio per lincolumità di persone ed animali.
È stato chiamato ad intervenire anche il servizio sanitario: i cani stanno bene perchè, evidentemente, l’associazione se ne è presa amorevolmente cura. Ciononostante l’Autorità Giudiziaria, che ha avviato le indagini per capire dove sia la falla nell’iter autorizzativo, ha disposto l’immediato ricovero dei randagi nei canili convenzionati con il Comune di Sannicola.