Politica

Renzi-Berlusconi: la tenuta dell’intesa passa anche dalle europee

ROMA- Intesa Renzi – Berlusconi blindata? Tutt’altro. Il patto siglato dal premier e dal leader forzista potrebbe essere minacciato da onde tutto sommato governabili come da un vero e proprio tsunami elettorale. La solidità dell’accordo tra i due passa anche e soprattutto dall’esito delle europee del 25 maggio prossimo, e segnatamente dal dato degli azzurri, che hanno fissato a quota 20% l’asticella destinata a separare la performance dignitosa (ancor più in tempi di affidamento ai servizi sociali dell’ei fu Cavaliere) dalla sconfitta che potrebbe essere contenuta come cedere il passo a una debacle.
Per questo Berlusconi appare stretto in una tenaglia tra gli auspici del cosiddetto cerchio magico “Pascale – Mariarosaria Rossi – Giovanni Toti” che rema per mettere le ganasce ai signori dei voti sui territori, e la – vitale – necessità di affidarsi a questi ultimi per tenere a galla la nave azzurra. I 5 capilista nelle macrocircoscrizioni in cui è divisa la penisola per le europee (Toti, Gardini, Tajani, Fitto e Miccichè) assicurano un mix di novità e di garanzia di radicamento territoriale, e l’ex presidente della Regione Puglia non vede l’ora di far mangiare la polvere al giornalista sulla cui divisa Berlusconi, ignorando i criteri di anzianità e potenza di fuoco elettorale, ha appuntato la medaglia di consigliere politico degli azzurri.

La squadra pugliese in gara per uno scranno a Bruxelles si completa con gli uscenti Raffaele Baldassarre, Barbara Matera e Sergio Silvestris. Restando al fronte delle opposizioni alle larghe intese targate Renzi – Alfano, la parte del leone punta a farla il Movimento 5 Stelle che guarda con realistico ottimismo al secondo piazzamento dietro il PD (le rilevazioni dei sondaggi al momento consegnano ai grillini un dato che oscilla tra il 25 e il 22 percento, numeri che nella sostanza confermerebbero l’exploit delle politiche del febbraio 2013) accreditandosi come unica vera opposizione all’esecutivo renziano.

Le primarie online hanno incoronato, nel Salento, la tarantina Rosa D’Amato e i neretini Cristian Casili e Alfredo Ronzino, nomi ai quali Grillo affida il compito di portare a Bruxelles la crociata anti euro su cui il movimento punta larga parte delle fiche elettorali.

Infine le sigle che più temono la tagliola del 4%, Fratelli d’Italia e Lista Tsipras, accreditati attorno al 3,5%. Il movimento di Giorgia Meloni, al pari dei 5 Stelle, ma su uno spartito di recupero dell’orgoglio di appartenenza nazionale di marca ex AN, cavalca l’ostilità alla moneta unica ma deve guardarsi dalla ormai endemica frammentazione dell’universo un tempo raccolto attorno a Gianfranco Fini; la lista Tsipras guarda al leader greco per tentare di contenere la marginalizzazione della sinistra radicale, bloccata dall’impasse Vendola (cosa vuole fare da grande??), e a rischio fagocitazione da parte di un premier che intende mettere le mani su tutte le anime del progressismo.

 

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