ORIA- Dopo 3 mesi di assenza, il Consiglio Comunale di Oria torna in scena con una novità rispetto a quanto “ufficializzato” dagli stessi e ormai presunti dissidenti. Il Sindaco di Oria Cosimo Pomarico e il suo governo godono ancora della maggioranza numerica. A dispetto delle accuse, delle polemiche, persino delle più o meno velate offese.
Con una new entry, un renziano un po’ confuso, un centrista pronto a pentirsi e un solo dissidente che conferma in toto quanto denunciato settimane fa, al momento della sfiducia. Partiamo da qui, da Piero Pasulo che mantiene la sua posizione e, al momento del voto in consiglio (si votava sui parcheggi a pagamento) si schiera insieme all’opposizione. Poi, il caso Mauro marino, ferraresiano doc che, dopo aver accusato il sindaco di farsi ricattare e di non prendersi le responsabilità si schiera, invece, proprio al fianco dello stesso primo cittadino che aveva sfiduciato.
Abbiamo poi Antonio Farina, vera mina vagante del consiglio e talmente imprevedibile che, da fiero oppositore della amministrazione, anche lui ha scelto di sposare la causa, immaginiamo, della governabilità. Caso tutto a sè, invece, quello di Emilio Pinto, democratico renziano che, insieme al suo gruppo, solo un mese fa, riteneva di “non dover più appoggiare l’attuale maggioranza in quanto sono venute meno le condizioni di una collaborazione politica con quelle forze (Noi Centro) che sono confluite nel Nuovo Centro Destra (NCD) ed a cui ci riteniamo alternativi.”.
Eppure, proprio Pinto, dopo essersi astenuto nella prima votazione, ha di fatto aiutato la maggioranza mettendo agli atti anche un documento politico firmato dal segretario provinciale del Pd Maurizio Bruno in cui, in buona sostanza, si chiede una verifica politica a fronte di una coalizione al governo composta da anime, Renzi – Alfano permettendo, in contrasto tra di loro. Eppure, Pinto ha poi votato contro una pregiudiziale presentata dal centrodestra, quello tradizionale, e a favore del progetto di riqualificazione del parco archeologico di via Erodoto. Il risultato è che, con la minoranza fuori dall’aula, Pomarico si è ritrovato di nuovo con i numeri dalla sua parte. Alla faccia dei ricatti e delle responsabilità, vedi un po’, il sindaco sfiduciato ha poi avuto ragione lui.