SANNICOLA- Risponde di violenza sessuale continuata e aggravata e di riduzione in schiavitù un contadino 52enne di Sannicola, T. D. M., arrestato nelle scorse ora dai carabinieri della Compagnia di Gallipoli. L’uomo avrebbe abusato per 7 anni della figlia della sua compagna.
La vittima, una studentessa di 23 anni, sarebbe stata costretta per tutto questo tempo a subire violenze dal patrigno. Ormai stanca della situazione, solo ieri ha avuto il coraggio di denunciare quell’uomo che era diventato ormai il suo incubo. La mamma della ragazza era all’oscuro di tutto, non immaginava nemmeno lontanamente che il suo uomo approfittasse della figlia da quando aveva solo 16 anni, delle sue morbose attenzioni e delle sue reazioni violente quando la ragazzina cercava di sottrarsi a quegli incontri.
In alcune occasioni l’avrebbe anche minacciata con un grosso coltello da cucina. Doveva stare zitta e fare solo quello che le diceva lui.
Un fardello troppo pesante da sopportare per una ragazza nel fiore degli anni. Ecco perchè, per sfuggire al gioco del patrigno-orco, ha trovato la forza ed il coraggio di denunciarlo.
Insieme alla mamma ed al fidanzato si è presentata nella caserma dei carabinieri, a Sannicola e, tra le lacrime, ha raccontato di quell’inferno vissuto fra le mura domestiche. L’uomo, volto già noto alle forze dell’ordine, accusato di tentato omicidio nel 1998, risponde anche di riduzione in schiavitù. Più volte, infatti, avrebbe sottratto la sim alla figliastra per evitare che comunicasse con l’esterno. Che fosse manesco, in famiglia, lo si sapeva, ma che fosse capace di andare decisamente oltre, no.