Cronaca

Operazione Froth, si costituisce uno dei latitanti

LECCE- Mancava all’appello insieme ai due fratelli albanesi sfuggiti, anche loro alla cattura, ma la latitanza è durata meno di 24 ore per Carmine Monteforte, 54 anni di Uggiano la Chiesa. All’alba di martedì, quando i finanzieri hanno bussato alla sua porta durante la maxi retata, non era in casa. Poi, in tarda serata, dopo che tutti gli arrestati erano stati assicurati alla giustizia, ha deciso di presentarsi spontaneamente a Lecce, accompagnato dal suo legale.

Anche lui, come gli altri 29 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito dell’operazione froth, è accusato di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, era il referente nella zona di Uggiano e comuni vicini. L’ indagine, partita nel maggio del 2012 da sporadici sequestri di sostanze stupefacenti, ha permesso ai finanzieri di delineare a poco a poco l’organigramma dell’organizzazione che aveva come base operativa la zona 167 del capoluogo ma che grazie alla fitta rete di spacciatori si estendeva anche a Nardò, Poggiardo, Maglie , Campi Salentina, Uggiano la Chiesa, D. Pietro Vernotico sino a brindisi e a mola di bari, comuni in cui ci sono state delle catture.

A gestire il traffico con viaggi frequenti anche in Albania per seguire gli affari da vicino e per testare personalmente la qualità della droga Davide Vadacca e Giole Greco, un tempo soci sotto la lederschip del boss Roberto Nisi poi nemici agguerriti dopo l’arresto del boss, pronti a sparare e a ferirsi a vicenda.

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