Cronaca

Armi Scu, chiuse le indagini per zio Carlone e soci

MESAGNE- Armi da guerra acquistate da uno 007 russo e poi “donate” ai boss della Sacra Corna Unita, chiuse le indagini e si avvicina il processo per 10 dei 12 indagati nell’inchiesta aperta dal pubblico ministero leccese Alberto Santacatterina.

L’avviso è già stato notificato a Giancarlo Capobianco, 50 anni di Francavilla, detto “Zio Carlone”, Francesco Gravina, 34 anni di Mesagne, detto “Gabibbo, Vito Stano, 44 anni di Mesagne, alias “Malombra”,Nicola Destino, 25 anni di Mesagne, Nico Passiante, 21 anni di Francavilla, Cosimo Rochira, detto Mimmo lu Quazzo, di 46 anni, di Francavilla Fontana, Ercole Penna, 39 anni, pentito di Mesagne, Danilo Calò, 26 anni di Mesagne, Alessandro Perez 25 anni di Mesagne, Cosimo Giovanni Guarini, anche lui pentito. Fuori dall’inchiesta, invece, Cataldo Nardelli, 40 anni di Francavilla Fontana e genero di Capobianco e Francesco Gravina, zio di Gabibbo, 54 anni, di Mesagne.

Le ordinanze di custodia cautelare risalgono allo scorso ottobre, nell’ambito dell’operazione Scacco alla Scu.

Per tutti, a vario titolo, l’accusa fu di traffico, porto e detenzioni di darmi da guerra, con l’aggravante di aver agevolato la Mafia, e quindi la Scu per 4 degli indagati.

L’inchiesta prende piede dall’omicidio di Francesco Ligorio, alias Cioppino, il 18enne ucciso nel novembre 2010 per errore dai distratti killer il cui obiettivo era, secondo l’accusa, il francavillese Nicola Canovari alle indagini che, nel febbraio del 2011 portarono al ritrovamento e al sequestro di un piccolo arsenale da guerra tra le campagne francavillesi, contrada Donna Laura.

Qualche mese dopo, ad ottobre, in manette ci finiscono 5 giovani. È l’operazione Terminator, vero e proprio crocevia dell’ordinanza autunnale. Quelle armi erano, infatti, state acquistate da Zio Carlone, Capobianco, con propri fondi, circa 20mila euro, per poi essere messe a disposizione dei sodali della Sacra Corona unità.

Dell’acquisto originario, venditore probabilmente russo, i carabinieri di Francavilla ritrovano un Kalanishkov, un fucile semiautomatico Bernardelli, una carabina Reminghton e munizioni varie.

“Sono le armi acquistate da zio Carlone”, ammetteranno i collaboratori di giustizia, Ercole Penna compreso. E destinate appunto al clan dei mesagnesi e della frangia dei francavillesi. Ricostruire i passaggi di mano e gli spostamenti delle armi non è stato facile. Alla fine, si arrivò agli arresti. Ora, indagini concluse e, a breve, il probabile rinvio a giudizio.

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