CronacaSport

Gallipoli, sassaiola contro il pullman della Fidelis Andria

GALLIPOLI- Al termine del match disputato dal Gallipoli contro la Fidelis Andria, alcuni massi avrebbero raggiunto il pullman degli ospiti. Avviate le indagini.

Nel frattempo riportiamo il comunicato stampa della  Fidelis Andria:

“Vile aggressione alla squadra della Fidelis Andria, sulla via del ritorno a casa al km 37+900 sulla SS 101 all’altezza dell’uscita di Alezio, in direzione Lecce. Secondo le prime ricostruzioni, operate dagli uomini della Polizia di Stato che scortavano il bus, sul quale viaggiava anche un commissario di gara viaggiante, un gruppo di ignoti malfattori ha scagliato alcune pietre di considerevoli dimensioni contro l’automezzo danneggiandolo gravemente, tanto da costringerlo a fermarsi pochi metri dopo l’impatto. Immediati i rilievi da parte della scorta del convoglio, che ha raccolto le denunce per l’accaduto.

La terribile vicenda si collega inevitabilmente con l’accaduto in campo a seguito del pareggio di Di Rito al 46’ minuto del secondo tempo della gara. Fino a quel momento, in cui sono esplose in  maniera disumana le reazioni anche da parte dei tifosi sugli spalti del “Bianco” che hanno fatto oggetto di lancio di oggetto i giocatori biancazzurri, le provocazioni hanno conosciuto una escalation senza soluzione di continuità. In particolare, alcuni membri dello staff del Gallipoli hanno aggredito il direttore sportivo della Fidelis, Vincenzo De Santis, strappandogli letteralmente di dosso il giubbotto coi colori societari. Alle rimostranze del ds, nessuno dello staff gallipolino, compreso il presidente Barone, che aveva tanto elogiato all’andata il comportamento del pubblico andriese, ha stigmatizzato l’accaduto cercando di riportare serenità negli animi incendiati del fine gara.

La SSD Fidelis Andria 1928, pertanto, fermamente convinta della lealtà degli atleti in campo, che hanno comunque condotto una gara onesta, anche se inficiata dalle pessime condizione  meteorologiche, intende perseguire vivamente l’intento di ricorso alla magistratura sportiva e, ove possibile, ordinaria, perché episodi di questo tipo non si ripetano più, compromettendo le tenute dei rapporti tra le tifoserie e, ancora peggio, tra cittadini della stessa regione”.

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