Politica

NCD, esplode il caso Renna: “Non mi piace la corsa alle adesioni”

LECCE- La notizia che una chiamata di Fitto ha fatto slittare la costituzione il nuovo gruppo in provincia del partito di Alfano ha messo in subbuglio tutto il Nuovo Centrodestra. In queste ore, i telefoni sono roventi. Diversi amministratori locali hanno siglato adesioni al partito che a Lecce ha due gruppi di rifermento: quello di Andrea Caroppo e quello di Giancarlo Mazzotta e Gianni Marra.  

Tra i vari gruppi sparsi nel territorio salentino si è creata una sorta di competizione per la leadership, basata sul numero di adesioni che si inviano a Roma. Ferrarese è riuscito a consegnare un documento con 120 firme. C’è, però, chi fa un passo indietro anche dopo aver firmato l’adesione.

Come anticipato ieri, si tratta del sindaco e consigliere provinciale, Antonio Renna: una chiamata di Fitto lo avrebbe indotto  a desistere. In consiglio provinciale si sarebbe dovuto costituire il gruppo del Nuovo Centrodestra, con Gianni Marra e il sindaco di Alliste, in attesa dell’ulteriore adesione di Sandro Quintana, che per il momento non scioglie la riserva, ma tutto è saltato. “Non approvo la corsa alle adesioni che fa il Nuovo Centrodestra: questo correre e mandare fax a Roma per far capire che ci sono molti sindaci con il leader di turno non è accettabile.

Non mi sono mai fatto usare e non lo farò nemmeno questa volta” – spiega Renna al telefono. Il sindaco di Alliste, personaggio con una notevole base elettorale nel suo paese, in queste ultime ore è diventato un vero e proprio caso politico.

“Mi guardo intorno e sto valutando – spiega – Sono stato eletto sindaco senza i vessilli di questo o di quel partito. Mi sono candidato con la ‘Puglia Prima di Tutto’ e resterò in questo partito fino a fine mandato: anche se non ho firmato l’adesione al Pdl e non firmerò quella a Forza Italia”.

Renna, però, è critico anche con Fitto: chiede che  La Puglia Prima di Tutto venga gestita in maniera autonoma rispetto al Pdl e a Forza Italia, con una segreteria e una democrazia interna. “Non ho intenzione di fare scelte senza ascoltare il mio elettorato che mi ha confermato la fiducia del 86 per cento, consentendomi di fare per la seconda volta il sindaco” – aggiunge, per giustificare la sua retromarcia. Per i sostenitori del Nuovo Centrodestra, “certi ripensamenti improvvisi puzzano di bruciato”.

Giancarlo Mazzotta ha confidato ai suoi di voler fare chiarezza su questi improvvisi dietrofront: per lui sono degli autentici colpi sotto la cintura di Forza Italia, perché alcuni forzisti userebbero l’arma della “promessa di  un futuro politico migliore” in cambio del ritorno a casa del figliol prodigo di turno. 

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