Politica

La sfida al vetriolo delle primarie. Rampino sui cuperliani: “Liste fatte in famiglia”

LECCE- A due giorni dalle primarie le polemiche interne al Pd diventano sempre più roventi. Cuperliani e renziani si sfidano a viso aperto. In Open, Emiliano attacca i lettiani, colpevoli di aver fatto il salto della quaglia, e accusa i seguaci di Cùperlo di aver messo in lista tutti gli avanzi, perfino il segretario particolare di Stefàno. La risposta dei diretti interessati non tarda ad arrivare: Sergio Signore si è detto amareggiato per l’attacco del presidente del partito dove milita, anche perché, pur essendo amico del senatore Sel, oggi lui è il consigliere comunale del Pd più suffragato a Lecce. Marra, invece, ha spiegato che è stato Foresio a mettere fuori gioco l’area lettiana, escludendola anche dalle riunioni.

Un fuoco incrociato che non si arresta nemmeno nel corso di Open dove Foresio accusa Gabriele Abaterusso di essere asservito ai diktat di D’Alema e di rappresentare la nomenklatura, che ha messo in ginocchio il partito. Il capolista dei cuperliani gli risponde che in prima fila negli incontri dei renziani c’è tutta la vecchia guardia, Rotundo, Maniglio e vari personaggi che sono saltati sul carro del possibile vincitore. Foresio replica che nelle liste non ci sono i grandi “vecchi della politica”. Ma Stomeo, capolista per l’area Civati, obietta che i renziani hanno candidato in giro per l’Italia molti big, compreso Emiliano in provincia di Bari, e che le uniche novità sono quelle della mozione Civati.

L’area Cùperlo, intanto, a poche ore dalle primarie ha presentato la sua squadra: giovani amministratori, uomini e donne, e niente big. I cuperliani non riescono, però, a trovare l’unità perduta: Alfonso Rampino è ancora defilato con la sua squadra e non è stato invitato alla presentazione della lista. L’ex candidato alla segretaria provinciale conferma il disimpegno e dichiara che “la lista Cùperlo è stata fatta in famiglia, senza tenere presente l’intero mondo cuperliano”. Insomma l’appello alla pacificazione lanciato da Piconese non può essere accettato, secondo Rampino, se non c’è un coinvolgimento di fatto.

Un altro grande problema del Pd è il non riuscire ad avere una linea unitaria, lo si è visto ieri per il Tap: secondo Abaterusso basta il gasdotto di Otranto, per Foresio bisognerebbe capire se si tratta veramente di un’opera strategica, secondo Ivan Stomeo bisogna bloccare tutto. E’ mancata la discussione interna sui grandi temi, ed ora viene avviata in ritardo.

Le primarie di domenica potrebbero essere la svolta per un partito ancora troppo litigioso e frammentato. Per ora, però, la politica dei sospetti la fa da padrona, dopo i veleni del tesseramento gonfiato: un tutti contro tutti in cui è sempre l’avversario il possibile avvelenatore dei pozzi, capace di comprarsi le tessere che servono a vincere.

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