Cronaca

La strage di Nassiriya 10 anni dopo. Il Salento ricorda Alessandro

TREPUZZI- In Italia erano le 8.40 del mattino, in Iraq le 10,40. Un camion ed un’auto pieni zeppi di esplosivo si lanciarono contro  la base italiana Maestrale a Nassiriya, capoluogo della provincia di Dhi-Qar. E fu la devastazione, fu la morte, fu la guerra che si materializzò, facendosi sentire, forte come il boato di quella mattina, in Italia e nel Salento.

Perchè tra le 28 vittime dell’attacco kamikaze c’era il nostro Alessandro Carrisi, caporal maggiore di 23 anni, di Trepuzzi, caduto indossando la divisa dell’esercito italiano. Era partito in missione da un mese esatto.

Quando, nella mattinata, la notizia fu resa nota in Italia, non si conobbero subito i nomi delle vittime di quella che è ricordata come la strage più grave che abbia colpito gli italiani.  Poi, in casa Carrisi, al civico 55 di via Firenze, squillò il telefono. In casa c’erano i genitori di Alessandro, Cosima e Antonio,  la sorella Raffaella e il fratello Morris. “Alessandro è gravemente ferito” dissero dall’altro capo del filo. Un’altra chiamata, un paio d’ore più tardi, annunciò a Morris la tragedia. Alessandro non c’era più.

Oggi, a 10 anni esatti, Cosima e Antonio sono volati a Roma per le celebrazioni ufficiali dell’anniversario del dramma italiano in terra irachena e per ritirare una medaglia. Giovedì accadrà lo stesso a casa sua, a Trepuzzi. Un modo per far stringere l’intero salento in un abbraccio attorno alla famiglia Carrisi, ora come allora.

E il dolore è sempre lo stesso: ” E’ come se fosse ieri -ci racconta la sorella Raffaella- quel giorno pioveva, proprio come oggi. Alessandro è con noi in ogni momento”.

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