LECCE- Insicuri è dire poco. Alcuni sono considerati proprio fuori legge. È durissimo il report che il Tdm ha redatto sullo stato dei Csm del Leccese. Una fotografia in bianco e nero che inchioda Asl e regione Puglia alle proprie responsabilità. Con l’impennata delle aggressioni nei presidi psichiatrici territoriali, l’ultimo in ordine di tempo martedì a Casarano, la situazione rischia di diventare insostenibile. E ciò che si vuole evitare è che si possa arrivare a tragedie limite come quella dell’omicidio della psichiatra Paola Labriola, a Bari, agli inizi di settembre.
Lo scrive come monito il Tdm nel testo che ha inviato ad Asl e assessorato regionale alla Salute. Allo scanner sono passati i presidi di Casarano, Gallipoli, Gagliano, Lecce e Maglie. Ovunque la situazione è simile:zero filtri all’ingresso, zero tutele per gli operatori, scarsa privacy per i pazienti e ovunque barriere architettoniche all’ingresso. Tanto che a Maglie più volte i medici- come denunciato nel report- hanno dovuto effettuare le visite in auto.
Pare essere questa una delle situazioni più nere, a causa della mancanza di personale e di una logistica da altri tempi, tanto da richiedere più volte il trasferimento, ancora non effettuato, nella sede dell’ex ospedale Tamborrino. Poi, c’è la situazione assurda di Gagliano, dove l’organico fa la spola su tre sedi diverse, visto ci sono anche quelle di Tricase e Ugento. Struttura inadeguata anche quella di Casarano, collocata in un appartamento. A Gallipoli, è aperto sei ore per sei giorni, senza garanzia di copertura del servizio d’urgenza h24 e senza collegamento con strutture diurne. Ad elevato rischio, infine, il Csm di Lecce: 2700 utenti nel capoluogo e mille a San cesario. Il personale per farvi fronte però è troppo poco. All’appello mancano 3 infermieri, 2o ss e un amministrativo.