CronacaPolitica

Gasdotto, Regione e Senatori sotto accusa

LECCE- Non è tanto l’opera, in sé, ad essere messa in discussione. E’ prerogativa dello Stato decidere come reperire energia. Semmai lo è il dove far approdare la condotta della discordia. Quella si che è una questione sulla quale i territori hanno il diritto di metter bocca.

Il governatore di Puglia Nichi Vendola ne ha parlato. La prima volta durante l’inaugurazione della Fiera del Levante, rivolgendosi direttamente al premier Enrico Letta. “Ascolti i territori” disse allora. Ora torna a ripetere: “Il governo deve stare a sentire le perplessità dei cittadini di un territorio compromesso da decenni di abusivismo”.

Non basta al sindaco di Melendugno Marco Potì, “Gli intenti  – dice – hanno valore se diventano atti ufficiali. Si esprima il Consiglio regionale”. Dalla stessa maggioranza ci pensa Sergio Blasi ad incalzare proponendo la sua soluzione: “Spostiamo la condotta a Brindisi”.

Nello specifico a  Cerano, “dove – dice – con il coinvolgimento di Enel e sotto la regia della Regione Puglia si potrebbe cominciare a ragionare della ambientalizzazione della centrale a carbone Federico II e della sua riconversione a gas. Un obiettivo possibile se la politica recupera il suo primato”. Ed è polemica. Alzano le barricate i brindisini secondo i quali le proposte di Blasi non contengono conto dei costi e soprattutto del fatto che quel pezzo di Salento è sempre vessato da scelte pesanti: centrale a carbone, rigassificatore ora gasdotto. E non solo. Perché al di là della questione Brindisi-San Foca, sono le scelte della Regione ad essere messe sotto accusa. Lo ha fatto subito la senatrice pentastellata Barbara Lezzi che dall’Aula di Palazzo Madama, votando contro la ratifica del progetto ha tuonato contro la giunta Vendola.

“Già  nel 2010 – ha detto – avrebbe potuto impedire la realizzazione di questo progetto semplicemente rispondendo all’invito del Ministero dello Sviluppo Economico”. “Ora – prosegue – assistiamo al teatrino dell’ipocrita e strumentale indignazione, sempre demagogica e non programmatica, ne’ tanto meno concertata con il territorio”.

E lo fa anche il presidente del Movimento Regione Salento Paolo Pagliaro, che in occasione dell’inaugurazione della nuova sede a Gallipoli, ha ribadito il netto no chiarendo, ancora una volta, la posizione già nota da tre anni: “Chi fa queste proposte dov’era  quando la Regione Piglia poteva bloccare o identificare un altro sito per questo approdo scellerato di questo tubo nel Salento?  Cerchiamo di essere seri. Questo territorio non ha alcuna necessità di vedersi sfregiato uno degli elementi più importanti della propria economia , ossia il turismo. Qui Tap non deve arrivare e per quanto ci riguarda faremo il possibile affinchè questo succeda”

Chiude il cerchio il comitato No Tap, affatto meravigliato dalla ratifica dell’accordo, voluta – dicono – anche dai senatori pugliesi che non hanno votato contro. Allibito, questo si però, dalle motivazioni del voto favorevole che hanno scatenato la guerra interna. “Queste persone – dicono riferendosi ai sentori – hanno votato contro le indicazioni delle popolazioni che le hanno elette, e questo non è simbolo di distacco dal proprio territorio di cui si dovrebbero conoscere i problemi. Qualcosa è andato storto. Pretendiamo – concludono – che le lo spieghino loro”. Ora spetta alla Camera votare e tutti si augurano che la posizione della delegazione pugliese sia nettamente differente.

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