LECCE- Il rischio che si profila all’orizzonte è più che reale: riduzione netta dell’orario di lavoro e dunque di una busta paga già misera, che non supera 800 euro. E questo potrebbe avvenire già a partire dal prossimo 1 novembre. Una situazione che riguarda 925 ex Lsu delle scuole solo in provincia di Lecce. Duemila nelle tre province salentine.
È per questo che in mattinata è tornata la protesta a Lecce, in Prefettura, ultimo approdo su cui far sbarcare la vertenza, dopo i sit in organizzati di fronte alle sedi di tutti i provveditorati italiani. Lunedì, in concomitanza con il vertice convocato al ministero, in via xxv luglio torneranno tutti i sindacati, tra i quali esiste una profonda frattura: sindacati firmatari del contratto nazionale di categoria, Cgil, Cisl e Uil da un lato, e autonomi dell’altro.
Di mezzo c’è il nodo della questione: il rinnovo dell’appalto nazionale, aggiudicato ad una ditta tedesca con un 30% di ribasso d’asta. Sforbiciata che si teme possa ripercuotersi inesorabilmente sui lavoratori, anche perchè abbinata ad una riduzione del fondo pulizie già stabilita dal ministro Maria Chiara Carrozza.