ERCHIE- Nell’agosto del 2012, stufo di minacce, violenze ed angherie, aveva denunciato i suoi due presunti aguzzini, poi finiti in manette e attualmente indagati per il reato di usura.
Nella notte, e stabilire se si tratti solo di un caso piuttosto che di un nuovo avvertimento, qualcuno ha incendiato la sua auto e quella della fidanzata. Notte di fuoco a Erchie, con nuvole nere in odor di racket e fiamme capaci di incenerire una Mercedes Clk e una Lancia Y, parcheggiate su via Risorgimento.
Sul posto i vigili del fuoco e i carabinieri della Compagnia di Francavilla i cui investigatori, coordinati dal tenente del Norm Roberto Rampino, serbano pochi dubbi sul fatto che l’episodio sia di origine dolosa.
A rendere la vicenda particolarmente torbida, è il contesto storico che riguarda uno dei proprietari del mezzo. Si tratta di un 34enne di Erchie, assicuratore che, appunto, ebbe il coraggio, qualche mese fa, di raccontare alle forze dell’ordine la sua drammatica storia. La vittima, avrebbe subito l’azione criminosa dei due strozzini che pretendevano interessi usurari da capogiro, con tassi superiori al 400%, a fronte di un prestito iniziale di appena 10.000 euro, risalente al novembre 2010. 65.000 euro la cifra maturata e pretesa in poco più di un anno, oltre alla consegna dell’Audi A3, ottenuta con la forza, e la promessa di altri 24.000 euro.
Nel mirino degli usurai era finita anche una conoscente del giovane, impiegata alle Poste di San Pancrazio, dove il duo aveva programmato una rapina, proprio nel giorno del primo arresto, allo scopo di recuperare somme illecite. Oltre alle eccessive richieste, i carabinieri hanno accertato l’uso di una violenza inaudita nei confronti della vittima principale, più volte picchiata e addirittura minacciata con una pistola.
Poi, nel mese di agosto, il coraggio ha spinto l’imprenditore a denunciare tutto ai militari che, attraverso accurate indagini, hanno portato a galla gli affari sporchi di Gianfranco Mezzolla e Angelo Librato, entrambi originari di San Pancrazio Salentino e arrestati con l’accusa di estorsione . Con un’inchiesta passata, grazie alla formulazione dell’aggravante mafiosa, nelle mani della DDA di Lecce, le fiamme della scorsa notte aprono un nuovo squarcio. Se ci sia o meno un collegamento tra gli incendi delle due auto, una dell’assicuratore e l’altra, invece, di proprietà della sua fidanzata oritana, dovranno stabilirlo le nuove indagini.