BARI- La presenza dell’assessore all’urbanistica è stata un’occasione anche per gli ambientalisti, che hanno organizzato un sit-in di protesta contro alcune opere invasive nel il Salento. Angela Barbanente, davanti a una folta platea di esperti, operatori, urbanisti e amministratori locali, ha difeso con tenacia il piano paesaggistico della Regione Puglia ed è riuscita a raccogliere anche qualche applauso quando ha detto che la Regione ha l’ambizione di correggere le leggi statali, quando non sono corrette. I problemi e la preoccupazione dei sindaci, però, restano.
I tecnici degli uffici comunali sono nel pallone, manca la certezza: ci sono troppi dubbi in materia autorizzatoria e nella cartografia del piano ci sono tanti errori materiali.
Paolo Perrone parla di errori macroscopici e cita la mancanza di vincoli sul parco Rudiae, quando invece si mettono vincoli su aree a pascolo senza alcuna importanza paesaggistica. Il sindaco di Lecce apre lo scontro senza mezzi termini criticando le incongruenze di un piano che “non dà certezze e che, di volta in volta, dev’essere interpretato, scatenando l’immobilismo degli uffici tecnici”.
Per questi motivi il primo cittadino torna a chiedere quello che aveva chiesto in sede Anci: la sospensione che permetta di modificare il piano in maniera efficace. L’assessore alla Qualità del Territorio replica che “nel piano i contenuti sono certi e che se sulla cartografia è stato previsto un pascolo erroneamente, i comuni possono dare certezza collaborando con la regione per la correzione degli errori”. “Se ci sono errori sulla carta, questi vengono risolti in automatico”, spiega Barbanente. Ma quest’affermazione scatena le polemiche, perché in realtà, davanti ad errori del genere, gli uffici tecnici non sanno come muoversi: nessuno si assume la responsabilità di cambiare quello che risulta sulle carte. Barbanente, però, insiste :“Fate finta che la regione nel piano non abbia perimetrato nulla, vi sentireste più tranquilli?”.
In altre parole, secondo l’assessore, il piano si attua con gli uffici tecnici, che correggono in automatico gli errori materiali e seguono le linee dettate dal piano. Facile a dirsi, ma difficile risolvere tutti i problemi che ne deriverebbero, compresi i guai giudiziari relativi a interpretazioni erronee. L’architetto Millinanni polemizza con chi chiede la sospensione e ricorda che il piano è ambizioso e da difendere. E sulle accuse di mancata partecipazione nella costruzione del piano, il tecnico afferma che molti non hanno partecipato perché pensavano che questo piano non sarebbe mai andato in porto. I tecnici hanno chiesto all’assessore Barbanente circolari attuative su cui basarsi.
Il capogruppo Udc Negro è tornato a chiedere che si facciano partecipare i cittadini e si aprano degli sportelli in ogni comune. Angela Barbanente ha spiegato nuovamente che la regione abrogherà il comma due dell’articolo 105, dove si estendono le regole di salvaguardia a ulteriori contesti, per evitare contenziosi.
Ma l’avvocato Pietro Quinto, il primo a prendere la parola, ha spiegato che altre parti della legge potrebbero scatenare una pioggia di ricorsi e ritardi nocivi per un piano positivo nel suo complesso: c’è il problema dei “territori costruiti”, “elemento di confusione da eliminare”, e l’articolo 95, che per l’amministrativista potrebbe essere illegittimo, per le autorizzazioni in deroga di opere pubbliche.
L’assessore ha replicato che secondo alcune sentenze il sopravvenuto vincolo paesaggistico non è opponibile. Tecnicismi e pareri giuridici su cui Angela Barbanente non ha voluto incedere troppo: a lei interessa ribadire lo spirito del nuovo piano e la possibilità di modificare gli errori materiali