TARANTO-“Lunedì mattina avremo una riunione per trovare una soluzione in linea con quanto fatto”, perchè “il commissariamento ha evitato che quello che è successo mettesse in ginocchio Taranto”. Lo ha detto il premier Enrico Letta, alla Fiera del Levante di Bari, parlando della vicenda Ilva che ha poi definito “kafkiana”.
L’intenzione del governo, ha spiegato il presidente del Consiglio, è di “salvaguardare la salute delle persone e la tutela dei lavoratori”. E dopo l’inaugurazione, Letta ha incontrato in aeroporto l’ex operaio Ilva e sindacalista dell’USB, Marco Zanframundo, licenziato per le lotte sulla sicurezza all’interno del siderurgico tarantino e il coordinatore dell’unione sindacale di base, Francesco Rizzo. “Parlerò con il Commissario Bondi”: è l’impegno che il presidente del Consiglio ha preso nei loro confronti e che ha portato alla decisione dell’USB di sospendere lo sciopero dei lavoratori Ilva proclamato il 9 settembre scorso.
Lunedì è infatti in programma l’incontro tra il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, e il presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante. Il Gruppo Riva ha spiegato che lo stop degli impianti di Riva Acciaio non è stato una “scelta aziendale ma un atto dovuto dopo che il provvedimento di sequestro ordinato dal Gip Patrizia Todisco ha tolto la disponibilità degli impianti e dei saldi attivi di conto corrente”. E all’indomani del sequestro, Riva Acciaio aveva annunciato un esubero di 1.400 lavoratori con conseguenti proteste e attacchi alla Procura di Taranto.
Accuse che il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, respinge al mittente attraverso un comunicato: “Non è a rischio la continuità produttiva” – scrive – perché i beni sequestrati “verranno immediatamente affidati all’amministratore giudiziario nominato a suo tempo dal giudice proprio allo scopo di garantire la loro gestione” e per “evitare pregiudizi per la loro operatività”. Tutto questo, conclude Sebastio, ha l’obiettivo di “prevenire effetti negativi sulla prosecuzione dell’attività industriale, così come sta già avvenendo per le altre aziende precedentemente attinte dall’iniziale provvedimento di sequestro”. La Procura di Taranto infine fa sapere che è di poco meno di 50 milioni di euro il denaro sequestrato dalla Guardia di Finanza nei giorni scorsi al Gruppo Riva, su un totale di beni del valore di circa 600 milioni, ovvero meno del 10%. Quanto ai beni aziendali, non c’è alcun divieto di uso e il custode-amministratore “è autorizzato ex lege a gestire eventuali necessità di ordine finanziario”.