Politica

Piano Paesaggistico, Pagliaro (MIR): “Giù le mani dal territorio. Il piano sia subito operativo”

LECCE- “Finalmente un piano paesaggistico in grado di guardare al territorio come risorsa da tutelare e valorizzare e non da sfruttare senza scrupoli”. È quanto dichiara il coordinatore regionale del MIR, Paolo Pagliaro.Non abbiamo bisogno di altro cemento –prosegue- ma di uno strumento che possa dare respiro alle bellezze della nostra Regione. L’edilizia selvaggia non ha prodotto che mostruosità. Il programma del MIR prende una posizione avanguardista a riguardo: evolversi non significa continuare ad affogare il territorio col cemento, ma riqualificare l’esistente. Dobbiamo demolire le strutture che stonano con le caratteristiche peculiari dei luoghi e costruirne altre in armonia con i vari contesti. Ci sono esempi virtuosi nel mondo di riqualificazione territoriale mirata che hanno fatto la fortuna di città come New York.

Noi del MIR riteniamo che lo sviluppo del settore edile debba trovare spazio nella riqualificazione intelligente dei patrimoni pubblici e privati, e nel recupero dei centri storici e dei luoghi deturpati da una cementificazione sregolata ed il piano paesaggistico regionale risponde al meglio a questa esigenza. Ciononostante, è pur vero che le proteste dei Sindaci  non vadano trascurate: la Regione è tenuta a trovare soluzioni per evitare contenziosi e azioni giudiziarie che pagherebbero i cittadini.

Non per questo però, si può posticipare o limitare l’operatività di uno strumento che contiene una nuova filosofia positiva sottesa alla pianificazione territoriale ed urbanistica. Anzi, crediamo che i siti vincolati siano ancora troppo pochi, con esclusioni ingiustificate come il tracciato TAP da San Foca-Melendugno in poi,causa di una scarsa conoscenza  dell’immenso,troppo grande territorio dell’attuale regione. Anche per questo vogliamo regioni nuove di dimensioni ottimali,per migliorare la conoscenza,il controllo,la gestione.

Il piano paesaggistico, in quest’ottica, rappresenta un’opportunità da non perdere per valorizzare questa Terra e restituirle quella giusta coerenza tra paesaggi naturali e urbanizzazione “gentile”. Bisogna avere coraggio perché ogni momento non sarà quello giusto, se ci si ferma ora. Se vogliamo dare una spinta anche al turismo , dobbiamo saper difendere le bellezze nostrane da un’edilizia spesso troppo cieca a causa di una politica incapace di fare scelte forti ma necessarie. Stavolta –conclude Pagliaro- speriamo di si”.

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