LECCE- Il sindaco Paolo Perrone replica alle affermazioni del primo cittadino di Bari che ha chiesto a Letta di sostenere la candidatura di Taranto.
“Gioca brutti scherzi, a volte, lo spirito campanilistico. Porta a dimenticare l’esistenza, nell’ordinamento della nostra Repubblica, di organi democratici necessariamente informati ad un’idea di superpartismo – mi si passi il termine difficile – e di terzietà che non consente deroghe di sorta –afferma il sindaco di Lecce- Neanche quando si tratta di perorare la causa di una città (come in questo caso) che vive certamente momenti difficili,e che per questo va aiutata: ma nei modi opportuni.
Ben vengano due schieramenti – Taranto-Bari contro Lecce e Brindisi – a contendersi lealmente, a viso aperto,quel titolo per cui la mia città si prepara da almeno due anni: la cittadina jonica, alla fine, ha tutte le carte in regola per aspirare a questo traguardo.
Al sindaco di Bari, però, voglio ricordare che tutte le città italiane candidate al riconoscimento ideato nel 1985 dall’allora ministro greco della Cultura, Melina Mercouri, avrebbero lo stesso diritto di essere adeguatamente sostenute nei loro sforzi presso gli enti comunitari che decideranno del titolo, ognuna per i suoi meriti e per le sue difficoltà. E che il criterio per scegliere la Capitale Europea della Cultura 2019 non sarà quello di una pur doverosa istanza di riscatto, bensì la capacità di rappresentare appieno il fermento sociale, economico e culturale di una realtà locale che si propone quindi come faro di civiltà per tutto il territorio europeo.
Se chi dovrà dunque decidere in merito penserà che Taranto sia adeguata a questo ruolo, ben venga per lei questo titolo, tutta la Puglia non potrà far altro che rallegrarsene. Ma fino a quel giorno, per quanto mi riguarda, evviva la concorrenza –conclude Perrone– Ognuno partecipa alla competizione come vuole e come può. Ma lealmente: altre strade non sono date”.