LECCE- Il paese è fermo sul braccio di ferro tra Pd e Pdl: in queste ore ogni altro argomento è passato in secondo piano. Ministri e parlamentari del Pdl sono pronti a dimettersi. Lo ribadisce Rocco Palese al telefono: “La situazione è molto complicata: c’è un’avversione del Pd nei confronti di Berlusconi. C’è un buon 50 per cento di possibilità di far cadere il governo: saremo tutti uniti per difendere la democrazia”. Per i deputati del Pdl “il barometro sta virando verso il peggio”. Sembra che Silvio Berlusconi voglia rompere già da domani: alle 13,30 è fissata una riunione con i gruppi parlamentari. Intanto, la Giunta per le immunità procede spedita senza concedere il rinvio richiesto dal relatore Augello, che ha posto le tre questioni pregiudiziali. I tre punti sono i seguenti: la Giunta ha status giurisdizionale e può promuovere il ricorso alla Corte Costituzionale; poi il relatore indica 10 punti della legge Severino che, a suo avviso, sono viziati da incostituzionalità e su questo propone alla giunta di rivolgersi alla Corte Costituzionale; infine Augello propone il ricorso alla Corte di giustizia Europea per verificare se la legge Severino sia in linea con i parametri europei.
Schifani ha già annunciato l’apertura della crisi politica se Pd e M5s voteranno contro le pregiudiziali. I membri della Giunta delle immunità sono già stati avvisati. Per il centrodestra questa celerità della sinistra nel votare subito, senza analizzare con calma la situazione, equivale a “un plotone d’esecuzione”.
Il Pdl potrebbe puntare a far cadere il governo prima della decisione della giunta, in attesa del verdetto della Corte d’appello sull’interdizione del Cavaliere(la data è fissata per il 19 ottobre). Giocando d’anticipo Berlusconi punta a nuove elezioni e a ripresentarsi come candidato premier. I parlamentari salentini del Pd, da Michele Pelillo a Teresa Bellanova si allineano ai leader nazionali: “Non siamo disponibili a nessun compromesso. Se il Pdl staccherà la spina se ne assumerà la responsabilità”.
Anche a sinistra sono tutti pronti a fare le valigie, senza ‘accanimenti terapeutici per il governo Letta’, come spiega Pelillo: “Non è possibile protrarre a lungo questa situazione di precarietà, siamo pronti a tornare al voto”.